Pestato dai bulli per non aver passato il pallone. E poi due ragazzini che se le danno di santa ragione attorniati da coetanei, senza mascherina, che urlavano e incitavano i contendenti con un ossessivo mantra: «Uccidi... uccidi».
I due gravi episodi nel fine settimana. A Sant'Antimo, il primo, a Pomigliano d'Arco il secondo. Vicende che fanno il paio con numeri più che allarmanti sull'epidemia di reati, violenza e sangue che hanno come protagonisti ragazzini. Nell'area metropolitana nel solo mese di gennaio ci sono stati diciotto episodi. Un allarme sociale in uno scenario da vera e propria emergenza.
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Teatro delle violenza sono piazze e ville comunali letteralmente in mano a minorenni che si trasformano in branco feroce. Come è accaduto a Sant'Antimo, la città che già è stata testimone della agghiacciante aggressione a Gaetano Barbuto, 21 anni, ferito con sei colpi di pistola alle gambe per un diverbio stradale e poi costretto a subire l'amputazione di entrambi gli arti.
Antonio è stato soccorso da una zia che lo ha accompagnato al pronto soccorso dell'ospedale civile di Aversa. Il ragazzino, dopo gli accertamenti radiografici che hanno escluso lesioni importanti al volto, è stato medicato e dimesso con una prognosi di cinque giorni. I genitori di Antonio si sono recati in caserma per raccontare l'accaduto, riservandosi dopo un consulto con il loro legale di sporgere una dettagliata denuncia.
Ancora più sconvolgente, se questo fosse possibile, quanto invece accaduto a Pomigliano dove due dodicenni si sono affrontati in uno scontro a mani nude, in una sorta di ring umano formato da un nugolo di coetanei, che invece di far smettere i contendenti, li incitavano a essere ancora più violenti, fino a gridare: «uccidi... uccidi». Uno spettacolo indecente, violento, surreale, nella centralissima piazza ubicata dietro la stazione della circumvesuviana. Ma nessuno, di chi pure stava assistendo alla rissa, è intervenuto per far cessare quel combattimento.
In una sorta denominatore comune di questa fascia di età, l'importante è postare i video delle loro imprese, compreso quello della rissa con gli sguaiati incitamenti, che è stato postato in tempo reale su varie piattaforme social. Per questo episodio naturalmente non ci sono denunce alle forze dell'ordine, e ciò che rammarica di più, non c'è stata nemmeno una telefonata a una delle centrali operative delle forze dell'ordine da parte di uno degli adulti sotto il cui sguardo indifferente si è consumato l'ennesimo brutto episodio di violenza cruda adolescenziale.