Bullismo a Napoli ma il video choc di Scampia risale all'anno scorso (e il disabile non era disabile)

Bullismo a Napoli ma il video choc di Scampia risale all'anno scorso (e il disabile non era disabile)
di Luigi Sabino
Domenica 14 Novembre 2021, 11:00 - Ultimo agg. 19:37
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Viale della Resistenza. Quartiere Scampia. Un uomo insegue uno scooter su cui viaggiano due ragazzi implorandoli per avere quindici euro. Il suo «per piacere», ripetuto più e più volte, è un misto tra un lamento e una preghiera. Chiunque altro, dinanzi a tanta disgrazia, si sarebbe mosso a compassione e, forse, avrebbe tentato di aiutare quel poveretto. Invece, i due ragazzi in scooter, non solo non fermano la loro corsa ma, anzi, danno inizio a un perverso gioco fatto di umiliazioni e angherie. Prima lo costringono a gettarsi in un terreno incolto ai lati della strada, quasi fosse un animale. Poi gli chiedono di saltare in un bidone dell'immondizia. Infine, gli impongono di urlare il suo «per piacere» fino a farlo rimanere senza voce. Angherie cui il malcapitato si sottopone sperando, alla fine, di ottenere i soldi richiesti. 

Video

Nel frattempo, i due giovani aguzzini, tra le risate, filmano ogni singola scena. Per loro è la trovata goliardica che ha risolto una noiosa serata estiva nella periferia nord di Napoli. Poco importa se il gioco consiste nel mortificare un altro essere umano. Non solo. Ai due la bravata appare come un'impresa da celebrare e, soprattutto, da condividere con gli amici. Il video delle angherie, così, inizia a circolare da telefono a telefono raggiungendo decine, se non centinaia, di ragazzi. In poco tempo, così, il video diventa virale e qualcuno, forse in cerca di like, decide di pubblicarlo sul suo profilo da tiktoker. L'idea è quello di far circolare le immagini il più possibile arrivando a lanciare l'hashtag «perpiacereeeee», come la supplica che lo sventurato rivolgeva ai due ragazzi. In poco tempo, siamo a novembre dello scorso anno, il video ottiene quasi mezzo milione di visualizzazioni ed è rilanciato da decine di giovanissimi tiktoker. In molti commentano divertiti. Tuttavia, qualcuno comincia a interessarsi alla vicenda dell'inconsapevole protagonista del filmino arrivando, finanche, a tessere storie di fantasia sulla sua identità, compresa quella che si tratterebbe di un ragazzo disabile bullizzato da una coppia di coetanei. Ed è proprio questa ultima storia, portata a conoscenza del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, che, da diverse ore, sta tenendo banco.

Sul suo profilo social, infatti, l'esponente di Europa Verde ha pubblicato il video delle umiliazioni inferte al poveretto, anche se le immagini sono state offuscate, forse, con l'intento di non urtare i più sensibili. Durissimo l'attacco rivolto agli autori del filmino che Borrelli invita «a scusarsi pubblicamente se hanno un briciolo di dignità». «Mi rivolgo - ha continuato il consigliere - in particolare ai loro amici e ai familiari: fate capire a questi ragazzi la gravità di ciò che hanno commesso nell'interesse stesso di una loro crescita umana, culturale e sociale». In decine hanno commentato il post mostrando indignazione e rabbia per l'accaduto. Sentimenti legittimi. Una precisazione, però, è doverosa. La vittima dei soprusi, come si è scoperto visionando le immagini in chiaro e come è stato confermato anche dalle forze dell'ordine, non è un ragazzo disabile ma, verosimilmente, un tossicodipendente che, in cambio del denaro per una dose, è stato disposto a subire le peggiori angherie. E lui stesso, in tono farfugliante, ad ammettere, quando i suoi aguzzini gli chiedono cosa dovrebbe farsene dei soldi, di voler comprare del crack. Non è tutto. Da tempo, hanno riferito alcuni residenti di Scampia al consigliere Borrelli, l'uomo, alla costante ricerca dei soldi per la sua dipendenza, sarebbe preso di mira da teppisti in cerca di divertimento. Altri video, anzi, circolerebbero tra i giovinastri non solo della periferia nord ma anche di altri quartieri napoletani. Una storia su cui l'esponente di Europa Verde si è detto intenzionato a scrivere la parola fine segnalando il tutto alle autorità competenti. 

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