Camorra, il boss travestito da rider: «Portava pizze a domicilio»

Camorra, il boss travestito da rider: «Portava pizze a domicilio»
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 3 Marzo 2021, 09:30
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Era tra i latitanti più pericolosi inseriti nell'elenco speciale del Ministero dell'Interno ma faceva il rider in Francia, consegnava pizze per conto del ristorante del fratello. Vincenzo Ciriello, alias «'o zelluso», 60enne ritenuto un elemento di spicco del clan camorristico dei Mazzarella, è stato catturato ieri ad Avignone, storica città della Provenza. Decisivo il lavoro investigativo svolto nell'ultimo anno dai carabinieri del Comando provinciale di Napoli che hanno così messo ieri in azione i colleghi transalpini della Brigata Nazionale Ricerca Fuggitivi. Lo scorso anno Ciriello era sfuggito ad un blitz, ma stavolta per lui non c'è stato scampo. La conferma definitiva che si trattasse proprio del latitante napoletano sarebbe arrivata nei giorni scorsi proprio grazie all'escamotage di una pizza ordinata telefonicamente dagli agenti francesi che lo hanno attirato in un appartamento di Avignone: quando l'uomo è arrivato per fare la consegna il Nucleo di ricerca transalpino aveva piazzato delle telecamere per immortalare il suo volto per poi mostrarle ai carabinieri. A quel punto i militari del Comando diretto dal Generale Canio Giuseppe La Gala erano certi che si trattasse proprio di Ciriello e, su input della Direzione distrettuale antimafia di Napoli coordinata dal sostituto procuratore Antonella Fratello, hanno chiesto ai colleghi francesi di catturarlo.

È l'ennesimo colpo al clan dei Mazzarella e alla tela intessuta dal sodalizio criminale dal centro storico fino ad arrivare nell'area Orientale di Napoli. Ciriello, prima di dileguarsi in Francia, operava nella zona di San Giovanni a Teduccio e Ponticelli. «'O zelluso» - come era ribattezzato - era considerato il portavoce di un altro capoclan dell'area come Salvatore D'Amico, alias «'o pirata», elemento di spicco dell'omonimo clan orbitante sempre sotto l'influenza dei Mazzarella.

Come sempre più spesso avviene i legami d'affari si mischiano con quelli familiari: il figlio di Ciriello, Ciro, è infatti sposato con una congiunta di D'Amico. Ieri Ciriello è stato trasferito nel carcere di Avignone, in attesa dell'estradizione in Italia. L'uomo era già stato arrestato nel 2006 quando durante una perquisizione nella sua abitazione fu trovato in possesso di 8 chili di cocaina e alcune armi detenute illegalmente. Era uscito di galera nel 2015, ma secondo la Procura di Napoli, non aveva smesso i suoi traffici e sul suo capo pende una successiva condanna a 10 anni in primo grado per reati di estorsione aggravati dal metodo mafioso.

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Era l'ottobre del 2019 quando in una vasta operazione tra il Rione Villa e il Bronx di San Giovanni a Teduccio la polizia riuscì ad arrestare alcuni membri di spicco dei vari clan locali - tra questi i Montescuro - ma furono catturati 22 dei 23 ricercati. L'unico che riuscì a sfuggire al blitz fu proprio Vincenzo Ciriello considerato irreperibile dal 10 ottobre 2019 e inserito nella lista dei latitanti più pericolosi a partire dall'8 novembre di due anni fa. Nel corso di quella retata fu preso anche Antonio Marigliano, alias «'o silano», considerato il mandante del tentato omicidio della piccola Noemi in piazza Nazionale nel maggio del 2019. Dopo il blitz Ciriello aveva fatto perdere le proprie tracce, ma il Nucleo investigativo dell'Arma non aveva mai smesso di cercarlo. Decisiva è risultata la pista di risalire a tutti i legami familiari dell'uomo fino a quando non è stata individuata quella pizzeria nel Sud della Francia gestita dal fratello di Ciriello. Mesi di contatti con i colleghi transalpini, appostamenti e, infine, ha funzionato l'esca di ordinare una pizza per farlo finire nella rete delle forze dell'ordine. Ciriello consegnava le pizze come un normalissimo rider emigrato all'estero per trovare lavoro. Ora, per lui, si apriranno le porte del carcere non appena sarà approvata la richiesta di estradizione. 

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