Camorra a Ponticelli, notte da incubo: auto distrutta da una bomba

Camorra a Ponticelli, notte da incubo: auto distrutta da una bomba
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 12 Maggio 2021, 09:00
3 Minuti di Lettura

«Qua comandiamo noi!». Parole urlate e ripetute per ben tre volte nella notte sempre più violenta di Ponticelli, prima che a esprimersi fossero gli esplosivi e le pistole.

L'altra notte nel quartiere della periferia orientale di Napoli si è combattuta una vera e propria battaglia di camorra: perché è con la violenza e la prevaricazione che le bande di criminali cercano di contendersi il controllo del territorio, metro per metro. Anche a costo di mettere a repentaglio la vita di innocenti e residenti estranei a contesti delinquenziali.

Un messaggio inequivocabile: prima l'esplosione di 12 colpi di pistola, poi una bomba carta che fa saltare in aria un'auto.

E il terrore continua a correre nelle notti di «coprifuoco» nelle quali - a quanto pare - i soli a muoversi liberamente, sfidando anche l'eventualità di incorrere in una pattuglia delle forze dell'ordine sembrano essere i protagonisti dell'ultima serie di «Gomorra». 

Via Vera Lombardi, quartiere Ponticelli. L'una e trenta della notte tra lunedì e martedì. Siamo nel lembo meridionale di una periferia scossa ormai da mesi da fibrillazioni che lasciano intuire una faida criminale in corso. ma questa volta c'è chi decide di alzare il tiro: innescando un ordigno dinamitardo sotto le ruote della Smart di un noto pregiudicato che vive proprio in via Lombardi; facendo precedere il botto dall'esplosione di una raffica di colpi di pistola, e dal sinistro avvertimento: «Qua comandiamo noi!».

Di fatto, è come se al proprietario della macchina distrutta dall'esplosione, sia stato notificato un macabro preavviso di morte. Perché nel codice della camorra nera e spietata quei colpi di arma da fuoco e la immediata successiva distruzione della vettura può significare solo una cosa: o vai via, abbandoni il territorio, o sei già un uomo morto.

 

Subito dopo l'esplosione sul posto sono giunti gli agenti della polizia di Stato del commissariato di Ponticelli. Nessuna traccia, ovviamente, degli autori del gravissimo atto intimidatorio (che fortunatamente non ha causato vittime né feriti). Omertà totale, come da copione: nessun supporto investigativo è giunto dai residenti della zona.

Indagini coordinate dai magistrati inquirenti della Direzione distrettuale antimafia, che hanno tra le mani una pista precisa.

Individuato il potenziale destinatario del raid: si tratta di un pluripregiudicato 45enne ex affiliato al clan Sarno e suocero di un altro noto pregiudicato affiliato al gruppo De Martino, in aperto conflitto con il cartello dei Casella-De Luca Bossa-Minichini, sui quali ricadono ora i più forti sospetti di essere gli autori del folle gesto criminale. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA