I clan e la benzina a basso costo: denunciate 116 persone, sequestro di oltre 40 milioni

I clan e la benzina a basso costo: denunciate 116 persone, sequestro di oltre 40 milioni
di Angela Nicoletti
Mercoledì 19 Maggio 2021, 10:08 - Ultimo agg. 12:26
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Benzina, petrolio e gasolio venduti illecitamente a basso costo, la Guardia di Finanza di Frosinone scopre la truffa e denuncia 116 persone. L'indagine 'Diesel free taxi' ha portato questa mattina le fiamme gialle ciociare a sequestrare oltre 40 milioni di euro di beni con un decreto emesso in via d’urgenza dal procuratore capo della Procura di Cassino, Luciano d'Emmanuele e finalizzato alla confisca del patrimonio accumulato da un gruppo criminale operante su tutto il territorio nazionale e composto anche da persone contigue alla criminalità organizzata campana ed al clan camorristico Formicola.

I sequestri hanno riguardato le disponibilità finanziarie di 4 società aventi sede legale nelle province di Frosinone e di Napoli, nonché le disponibilità finanziarie, di beni mobili ed immobili di 6 soggetti, amministratori di diritto e di fatto delle società.

Nel corso delle operazioni sono stati sottoposti a sequestro decine di immobili e terreni situati nelle province di Frosinone, Napoli, Avellino, Campobasso e Cosenza, autovetture, motocicli, partecipazioni in altre società, ingenti disponibilità finanziarie ed un’imbarcazione ormeggiata nel porto di Torre del Greco.

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Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Cassino, nella persona del Sostituto Procuratore Roberto Bulgarini Nomi, hanno consentito di individuare decine di società coinvolte, aventi sede su tutto il territorio nazionale ed in particolare in provincia di Roma, Napoli, Milano, Verona e Latina che hanno omesso la presentazione delle dichiarazioni dei redditi, il pagamento dell’IVA tramite il rilascio di false dichiarazioni d’intento prive dei prescritti requisiti di legge.

Inoltre gli indagati hanno provveduto all’occultamento delle scritture contabili, al fine di impedire la ricostruzione della movimentazione dei prodotti petroliferi commercializzati. Un modus operandi che ha consentito agli indagati di emettere fatture false per oltre 500 milioni di euro. 

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