In libertà un boss dei Polverino,
nel clan cambiano gli equilibri

In libertà un boss dei Polverino, nel clan cambiano gli equilibri
di Ferdinando Bocchetti
Martedì 28 Gennaio 2020, 08:40
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È tornato in libertà Giuseppe Di Maro, esponente di primo piano del clan Polverino. Di Maro, meglio noto come «Bobby Solo», ha scontato una pena a sei anni e sei mesi di reclusione rimediata alla fine del 2013 per traffico internazionale di stupefacenti. Sul capo del pregiudicato, cugino del super boss Giuseppe Simioli, meglio noto come «Peppe o Petruocelo», pende tuttavia una ulteriore condanna comminata dalla giustizia spagnola e ritenuta inefficace dai giudici italiani. Per tale procedimento è stata proposta opposizione dalla Procura di Napoli.

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Di Maro fu arrestato nel 2013 dai carabinieri del comando provinciale di Napoli, nell'ambito di un'imponente operazione che culminò con l'arresto di circa cento affiliati al clan un tempo egemone nei comuni di Marano, Calvizzano e Quarto. Una cosca, quella capeggiata da Giuseppe Polverino, dedita perlopiù al traffico internazionale di hashish e al business dell'edilizia, i cui affiliati - quei pochissimi ancora in libertà - sarebbero da qualche anno confluiti nell'organizzazione criminale denominata clan Orlando, gruppo malavitoso nato e cresciuto all'ombra dei Nuvoletta. Dalle ultime indagini condotte dai carabinieri emergerebbe, tuttavia, la volontà da parte di qualche storico affiliato ai Polverino di riprendere in mano le redini dei traffici illeciti o quanto meno di poterli gestire in prima persona. E tutto ciò anche alla luce dei tanti colpi inferti dalla magistratura al clan Orlando. I Polverino, che ancora oggi possono disporre e muovere ingenti somme di denaro (introiti derivanti da svariate attività), si starebbero muovendo soprattutto sul fronte delle attività commerciali e già diverse, tra Marano e Quarto, sarebbero finite nel mirino delle forze dell'ordine e dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. C'è grande fibrillazione, insomma, nel territorio da sempre segnato dalla presenza di una mafia finanziaria, silenziosa e dedita ai grandi business: droga, mattone e attività commerciali.

L'ARRESTO
Le indagini dei militari dell'Arma, tuttavia, proseguono senza sosta e pochi giorni fa, nel comune di Quarto, è finito in manette R.D.M., 49 anni, maranese doc, già noto alle forze dell'ordine, in passato condannato per rapina, sequestro di persona, spaccio di stupefacenti, furto e detenzione di armi. Quando è stato fermato dai carabinieri in un'angusta stradina di Quarto, R.D.M. era in un'autovettura in compagnia di un altro soggetto ritenuto in qualche modo contiguo ai clan egemoni tra Marano e il comune flegreo. L'uomo, sottoposto agli obblighi di sorveglianza speciale, si era allontanato dal comune di Marano senza alcuna autorizzazione. A R.D.M., dopo il rito per direttissima, è stato imposto l'obbligo di firma.
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