Camorra, un milione di euro per uccidere il pm Milita: «Così dovevamo eliminarlo»

Retroscena inedito relativo al magistrato che conduceva le indagini contro i Casalesi

Al centro Franco Roberti con il pool anti-camorra
Al centro Franco Roberti con il pool anti-camorra
Martedì 20 Giugno 2023, 23:00 - Ultimo agg. 22 Giugno, 06:22
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La camorra dei Casalesi puntava ad uccidere il magistrato Alessandro Milita. Ma l’attività di indagine e il successivo arresto a carico di chi doveva compiere il delitto ha evitato che si compisse il piano. A rivelare la notizia, mai resa pubblica, è stato ieri Giovanni Conzo, per anni pm antimafia a Napoli e oggi procuratore aggiunto alla Procura di Roma. L’episodio è stato reso noto nel corso del convegno organizzato dalla presidente della Commissione regionale speciale Anticamorra e Beni Confiscati sul tema “Il contrasto alle organizzazioni criminali e camorristiche: la disarticolazione del clan dei Casalesi e il modello Caserta”,

Il progetto di eliminare uno dei pm del pool che indagavano sul clan dei Casalesi fu riferito ai magistrati da un collaboratore di giustizia. «Durante l’interrogatorio di Francesco Della Corte, che aveva compiuto trenta omicidi - ha ricordato Conzo - un ufficiale di polizia giudiziaria mi dice “dottore, lui vuole dirvi alcune cose ma non ha il coraggio di narrarvele”. Io insisto e dico che deve dirmi tutto perché i collaboratori sono obbligati a riferire tutto ciò che sanno. E così, dopo un po’ di titubanza, il collaboratore rivelò che un grosso imprenditore che gestiva rifiuti in provincia di Caserta aveva offerto 500mila euro per uccidere il collega Milita» (ieri presente al convegno, ndr) .
Il pentito rifiutò «perchè non si poteva uccidere un magistrato altrimenti si sarebbe attirata l’attenzione di tutte le forze dell’ ordine sui Casalesi. Ma dopo un po’ di tempo l’ imprenditore ritornò all’ attacco offrendo al killer un milione di euro per fare l’omicidio. «Della Corte accettò, ma poco prima di mettere a segno il raid venne arrestato», ha concluso Conzo.

All’incontro sono intervenuti anche altri ex pm del pool anticamorra, da Raffello Falcone a Francesco Curcio all’allora coordinatore (oggi parlamentare europeo) Franco Roberti.

Con loro, anche i comandanti interregionali dell’Arma, Andrea Rispoli e della Guardia di Finanza, Michele Carbone, e il vicequestore vicario di Caserta Andrea Curtale.

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«La Commissione speciale Antimafia che presiedo - ha detto Carmela Rescigno - ha voluto fortemente questo incontro sul contrasto alla camorra, e quello di caserta resta un modello ancora oggi».Per l’ex procuratore nazionale antimafia Roberti «oggi le organizzazioni criminali hanno accentuato la loro natura transnazionale. C’è una strategia avviata nel 2020 da parte delle Nazioni Unite e c’è una strategia dell’Unione Europea, che ha lanciato un grande programma contro la criminalità organizzata e contro la corruzione».

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