Campania zona gialla, la rabbia degli esclusi dal wedding ai congressi: «Noi senza un futuro»

Campania zona gialla, la rabbia degli esclusi dal wedding ai congressi: «Noi senza un futuro»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 26 Aprile 2021, 08:00 - Ultimo agg. 19:21
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C'è chi resta in zona rossa. Sono tante le imprese di settori cruciali per l'economia partenopea rimasti al palo, per ora, nel calendario delle riaperture. Discoteche e mondo del by night, wedding, fiere e congressi (la cui ripartenza è prevista rispettivamente il 15 giugno e il primo luglio), centri termali e luna park (al lavoro dall'1 luglio), le palestre (che rialzeranno la saracinesca dall'1 giugno). Tutti comparti che generano indotti importanti all'ombra del Vesuvio, e che sono ben lontani dalla risalita. 

Il mondo del by night soffre da 14 mesi, a causa delle chiusure dettate dall'emergenza sanitaria. Il via libera alle discoteche non è programmato nelle slide del Decreto Riaperture di Palazzo Chigi. «Noi restiamo in lockdown - commenta Alessandro Esposito, presidente di Silb Campania - Per noi lo stop è doppio: non ci fanno ripartire e inoltre, fino a che dura il coprifuoco, non possiamo lavorare in alcun modo. Parliamo di un giro d'affari di circa 20 milioni di euro all'anno per le sole discoteche di intrattenimento danzante a Napoli, con una media di 500mila euro per struttura. Le discoteche possono riconvertire la modalità di lavoro, ma di certo non adattarsi agli orari diurni. Il nostro fermo, oltretutto, favorisce l'abusivismo». Altro settore economicamente più che rilevante in Campania, ma rimasto senza prospettive di ripresa, è quello delle cerimonie. «Gli sport di contatto e gli stadi riaprono, con tutti i necessari protocolli di sicurezza, ma il wedding no - spiega la nota wedding planner Cira Lombardo - Si tratta di un'ingiustizia inaccettabile. Viviamo di programmazione e da Draghi non mi aspettavo una disparità di trattamento simile: credevo che avrebbe tenuto conto del pil e della ricaduta economica dei comparti nel quadro delle riaperture. Siamo ancora senza futuro». «Il wedding è stato totalmente ignorato e non è stata indicata alcuna regola per la ripresa - dichiara Mario Riccio, titolare di Sharon Italia, grande azienda di bomboniere ed articoli da regalo - Siamo chiusi da 15 mesi, con una perdita che supera il 90%.

Nella sola Campania si registravano 4 miliardi di fatturato annuo. Il divieto di festeggiamenti per le feste religiose, sin dall'inizio, è avvenuto perché svolgendosi i banchetti in ville o comunque in strutture private, era determinata dal codice Ateco che ci associava, secondo il Governo, ai ristoranti. Oggi loro possono ufficialmente ripartire e noi no. A oggi, le feste private e religiose sono vietate, in chiesa si possono svolgere le funzioni celebrative. Sono gravi i danni all'artigianato e alle aziende produttrici ed all'intera filiera». Per domani alle 10.30 i lavoratori del wedding annunciano una manifestazione in Regione. 

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Difficile calcolare le enormi perdite dovute a fiere e congressi e saltati: tutti eventi che hanno una ricaduta importante anche sulle strutture ricettive. «Gli stadi riaprono prima delle fiere - spiega Lino Ferrara, presidente di Assofiere - Vedo annunci propagandistici incoerenti: riaperture a cena ma coprifuoco ancora in essere. Non si affronta in maniera seria la crisi del nostro settore, servirebbe più chiarezza per far ripartire un mondo fatto di programmazione e che ha un impatto economico mostruoso per le sole fiere alla Mostra d'Oltremare». Quanto ai congressi, le perdite di indotto, secondo il Convention Bureau di Napoli, ammontano a «50 milioni» per i soli alberghi e servizi di ristorazione. «C'è molta delusione - avverte Giancarlo Carriero, presidente del Convention Bureau - Se la rinuncia all'attività per il mese di maggio era stata metabolizzata, si sperava di riprendere a giugno. Invece, il rinvio a luglio impedisce l'organizzazione di eventi in uno dei periodi più produttivi dell'anno. Si potrebbe ripartire in contemporanea col rilancio del passaporto sanitario, consentendo la partecipazione a vaccinati, guariti e a chi ha un tampone negativo recente. Il congressuale per alcuni alberghi incide fino al 40% dell'intero fatturato. Sono state perse decine di milioni: di ogni congresso beneficia l'intera economia cittadina. Dobbiamo ripartire in sicurezza, con le precauzioni già adottate. Non possiamo più attendere». 

«Per noi non cambia nulla, il disastro economico che dura da oltre un anno non accenna a placarsi - racconta Simone Borrelli, titolare di Eagle Gym a Chiaia - Farci aprire a giugno ci mette in ginocchio: in estate, statisticamente, le persone non vanno in palestra e si stoppano gli allenamenti. Abbiamo contratti di locazione altissimi e ristori pari a un dodicesimo rispetto al fatturato perso. Su 250mila euro persi arriva un aiuto di 8mila». 

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