Mr Adam Gabriel Kreysar non avrebbe mai immaginato che la sua fine sarebbe arrivata sfracellandosi sulle rocce di Capri, a poche decine di passi dai luoghi dove per 11 anni visse l’imperatore Tiberio. A Villa Jovis, alle rovine della dimora sulla cima di un monte inaccessibile e infido il 55enne turista originario del Missouri non ci è mai arrivato: il suo corpo è stato ritrovato ieri mattina, dopo due giorni di ricerche, in un anfratto al di sotto dei ruderi romani, in cui probabilmente è precipitato nel tentativo di entrare nel complesso archeologico i cui cancelli aveva trovato chiusi. L’ultimo ingresso alla Villa è infatti fissato alle 15.30 ma l’uomo si era messo in cammino troppo tardi. L’attiguo Parco Astarita, il parco pubblico che venne donato al Comune dal mecenate banchiere Conte Astarita per consentire ai visitatori di ammirare quell’autentico angolo di Paradiso, aveva chiuso i cancelli addirittura alle 14. Al momento è certo che l’uomo, dopo aver risalito la fiancata del monte, aveva imboccato l’ultimo tratto di strada, il viale intitolato all’archeologo Maiuri, sorvegliato da un impianto di telecamere che lo hanno ripreso. Poi del turista straniero si perdono le tracce. Anche il telefonino diventa muto, e il Gps smette di funzionare.
Al calare delle tenebre di sabato, il primo allarme angosciato lo aveva lanciato la moglie: Adam non era rientrato e nonostante il buio i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico della Campania hanno subito iniziato a perlustrare la zona e i sentieri che portano sul monte Tiberio insieme alle forze dell’ordine locali, carabinieri, polizia, Vigili del fuoco, polizia locale, Guardia Costiera e volontari della Protezione Civile.
L’autopsia, disposta dal magistrato, stabilirà se ha avuto un malore, magari causato dalla stanchezza e dalle elevatissime temperature, o se sia invece caduto per una disattenzione fatale. Non sarebbe il primo caso, molti ancora ricordano Luisa, 18enne studentessa di padre italiano e madre tedesca, in gita scolastica a Capri: le amiche sconvolte raccontarono che Luisa si era seduta su un muretto e armeggiava con lo zaino, quando precipitò in basso, forse a causa di un movimento brusco che le fece perdere l’equilibrio. Ad Anacapri, invece, solo la fortuna riuscì a evitare la morte di un archeologo romano che precipitò dal costone della Migliera: la corsa lungo il precipizio venne bloccata da un albero di grosso fusto. Ora, anche se le zone a rischio sono segnalate, dopo il luttuoso incidente che ha appannato l’aria festaiola dell’isola c’è chi suggerisce di apporre segnali più evidenti e strumenti di protezione per evitare a chi non conosce l’isola e la sua miniera di sentieri naturali possa incappare in ostacoli che ne mettano a rischio la vita.