Covid a a Napoli, contagi in calo ma la mortalità è raddoppiata

Covid a a Napoli, contagi in calo ma la mortalità è raddoppiata
di Ettore Mautone
Martedì 8 Dicembre 2020, 11:30 - Ultimo agg. 11:33
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Nelle ultime due settimane di novembre a Napoli si è avuta una significativa e sostanziale diminuzione dei contagi ma resta comunque critica la situazione della settima municipalità (Miano, San Pietro a Patierno, Secondigliano) ed ottava (Chiaiano, Piscinola, Scampia) che mostrano i valori più alti di incidenza di Covid rispetto agli altri quartieri della città. A preoccupare è anche l'aumento dell'età media dei contagi che si riverbera sul tasso di decessi che «rappresenta un segnale da considerare attentamente». Sono questi i risultati dell'aggiornamento epidemiologico in città condotto da Giuseppe Signoriello, Simona Signoriello e Vittorio Simeon dell'Unità di Statistica medica dell'Università Vanvitelli in collaborazione con Francesca Menna, assessore al Comune di Napoli. 

Dal lavoro di elaborazione dei dati si evince che il tasso di letalità dell'infezione, a Napoli, calcolata per 100mila abitanti, è stato significativamente più alto rispetto al resto della regione e ha assunto un andamento esponenziale a partire dagli inizi di novembre. «A Napoli abbiamo avuto un aumento della letalità da Covid-19 semplicemente perché ci sono stati più contagi - chiarisce Alessandro Perrella, infettivologo del Cardarelli, componente dell'unità di crisi regionale - sappiamo bene che progressivamente, in particolare nell'ultimo mese, rispetto all'inizio dell'estate, anche la tipologia dei malati e l'età sono cambiati investendo le fasce di popolazione più anziana e dunque più suscettibile alle conseguenze del contagio.

Del resto si tratta di una pura e semplice rappresentazione di un dato numerico: sappiamo infatti che all'aumentare del numero dei contagi abbiamo un aumento della letalità sebbene con percentuali che, rispetto alla massa dei contagiati, continuano a fare della Campania la regione con il più basso tasso di letalità in Italia nonostante per numero di attualmente positivi secondi solo alla Lombardia. Napoli ha avuto più casi di contagio e dunque più decessi».

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Il confronto dei tassi di incidenza settimanali, per 10mila abitanti, per ciascun quartiere, a novembre mostra, in particolare nell'ultima settimana, una sostanziale riduzione del contagio in tutti i territori della città. I giovani, di età inferiore ai 18 anni, hanno avuto l'incidenza minore. A contare, per questo profilo, è stata evidentemente anche la chiusura delle scuole. L'incremento progressivo dell'età dei contagi, a partire dai primi di agosto, ha contraddistinto tutta la seconda ondata e in particolare l'ultima settimana di novembre ma risulta meno evidente nei quartieri periferici ad eccezione di Miano. Qui, insieme al Vomero, Posillipo e San Ferdinando, si concentrano i contagiati delle fasce di età più avanzata. «L'aumento considerevole del contagio in queste classi di popolazione - si legge nel report dello studio epidemiologico - fa aumentare anche la letalità in quanto l'infezione va a colpire persone con maggiore rischio di ospedalizzazione e mortalità». In generale dal primo agosto al 29 novembre il totale dei casi registrati è circa 29mila ed ha assunto un andamento esponenziale da agosto fino all'inizio di novembre, con un massimo di casi notificati in un giorno superiori a mille il 6 novembre. L'incremento giornaliero nell'ultimo periodo è in diminuzione. In particolare nella settimana dal 23 al 29 novembre sono stati notificati 2.640 casi, in riduzione rispetto alla settimana precedente nella quale erano stati 4.159. A Napoli l'incidenza di malattia è maggiore rispetto alla Campania e questo si riflette sul dato di mortalità: il tasso è più che raddoppiato (43.6 contro 19.2 per 100mila abitanti). Anche il numero dei ricoveri ospedalieri, dopo un periodo di forte crescita, negli ultimi giorni è stabile.

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