Coronavirus a Napoli, lezioni ancora online per una classe del liceo Pansini

Coronavirus a Napoli, lezioni ancora online per una classe del liceo Pansini
di Mariagiovanna Capone
Martedì 18 Agosto 2020, 08:37 - Ultimo agg. 12:24
4 Minuti di Lettura

Dal 2001 è alla guida del liceo classico Pansini al Vomero, ma dal primo settembre Salvatore Pace dirà addio alla dirigenza scolastica per dedicarsi totalmente alla politica. È infatti candidato alle Regionali nella lista Terra, dopo le esperienze da vicesindaco della Città Metropolitana e consigliere sia comunale che metropolitano. Prima di lasciare la scrivania del liceo vomerese a Daniela Paparella, che a sua volta lascia la scuola secondaria di primo grado Poerio dopo ben quattordici anni, Pace è al lavoro per preparare al meglio l'avvio dell'anno scolastico 2020/2021 ordinando banchi singoli, pianificando spazi e organici. E mentre spunta la lista, sottolinea i ritardi organizzativi e la mancanza di coordinamento del ministero. Uno su tutti: la questione dei banchi singoli.

LEGGI ANCHE Scuola, i presidi: una stanza in ogni istituto per i casi sospetti 

Dal 2004 è stato tra i pochi dirigenti che si è battuto per fissare la soglia massima di studenti a 750 nel suo liceo. E oggi, in tempi di Covid-19 e distanziamenti, è un valore aggiunto che si ritrova. «Ho soltanto una classe con 20 studenti, cioè cinque sono in surplus, e visto che da noi la Dad è stata un'esperienza molto buona, a rotazione in quella classe faranno didattica a distanza da casa in tempo reale, quindi senza rallentare nessuno». Il sabato sarà sempre di didattica «perché un'ora in più al giorno di greco o latino pesa tanto sugli studenti, e poi per cosa? Per vivere un'americanata inutile senza fondamento pedagogico?». La mascherina obbligatoria nella classe di 20 alunni potrebbe essere poi una soluzione «ma non è stato chiarito il loro uso in aula e vorrei aspettare chiarimenti dal Cts per decidere su questo punto». Nonostante il numero di iscritti medio-basso li abbia salvati dalla ricerca di spazi alternativi, per Pace «la soluzione anche per il futuro è di avere più scuole con meno studenti. Noi costruiamo menti, come è possibile farlo con 1.600 studenti? Le scuole andrebbero costruite a misura di comunità».
 


Ogni classe avrà banchi singoli distanziati. «In molte classi già ci sono e ne ho ordinati 160, ma di questi solo la metà andranno a sostituire i banchi doppi, il resto per i banchi singoli danneggiati e arrugginiti». L'arrivo dei banchi non è stato comunicato ma Pace sottolinea la mancanza di organizzazione su questo tema: «Quando arriveranno, chi preleverà quelli doppi e in disuso? È stato previsto un sito di stoccaggio per migliaia di banchi da rottamare a Napoli e in altri comuni? Non so se c'è un coordinamento per lo smaltimento del materiale, ma a me finora non è arrivata nessuna comunicazione e non vorrei che si possa creare il caos in giorni delicati come quelli dell'inizio anno».

LEGGI ANCHE Scuole, l'Oms: «Riaperture pericolose»

Un punto che Pace ha voluto risolvere è stato quello di rendere il liceo Pansini all'avanguardia digitalmente. «C'era un problema di collegamento lento durante le lezioni, cioè quando tutti gli studenti erano connessi con il wi-fi alle lavagne. A giugno ho chiuso una gara per cablare tutta la scuola e portiamo un router in ogni aula così da non avere disagi in futuro», precisa il dirigente scolastico. Riguardo gli ingressi, invece, nessun problema: «Entreranno a piccoli gruppi ogni 5 minuti, ma ho sempre avuto ragazzi maturi ed educati, senza corse all'impazzata. La scala di sicurezza sarà però utilizzata per il deflusso». L'organico del personale Ata è invece già sottostimato «e per renderlo strutturalmente adeguato, non per l'emergenza Covid, me ne occorrono quattro in più». E se ci dovesse essere una seconda ondata di Coronavirus, al Pansini si tornerebbe alla Dad che sebbene sia stata un successo «è una corda al collo. La Dad è come una medicina: all'inizio la prendi per curare la malattia ma se ne prendi troppa diventa tossica». Per il preside Pace, infine, chi ha pagato il prezzo più alto sono stati gli studenti portatori di handicap. «Noi ne abbiamo 12, ma in altre scuole arrivano a 70-90. È un problema serio. Non si è pensato quanto sia importante per alcuni autistici mantenere gli spazi e le relazioni, è stato un disastro. Noi abbiamo risolto sentendoli ogni giorni, ma non basta, eppure non ho visto una particolare attenzione nei loro riguardi». 

(1 - continua

© RIPRODUZIONE RISERVATA