Coronavirus a Napoli, boom di test sierologici dopo le vacanze: cliniche e laboratori presi d'assalto

Coronavirus a Napoli, boom di test sierologici dopo le vacanze: cliniche e laboratori presi d'assalto
di Gennaro Di Biase
Martedì 25 Agosto 2020, 07:30 - Ultimo agg. 20:15
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Boom di sierologici: ora che l'allarme pandemico - numeri alla mano - è tornato realtà con le vacanze, l'apertura delle frontiere e la ripresa del turismo, l'allontanarsi del lockdown e l'allentarsi dei distanziamenti. Nei fatti, la domanda di test, che si era «quasi azzerata un mese fa, nelle ultime ore ha subito un'accelerazione superiore 100% nei laboratori napoletani», spiega Claudia Dello Iacovo, consigliere nazionale dell'Ordine dei Biologi. Centri privati al lavoro e relativi centralini presi d'assalto. E tra i tanti cittadini in attesa di sierologico, si trovano casi al limite della beffa, come quello della studentessa napoletana a Madrid che non può tornare in Spagna perché «senza medico di base in Italia» o la famiglia che per prudenza ha «rinunciato alla villeggiatura ma è venuta a contatto con un positivo tra il personale di un pub a Pozzuoli».
 

 

«Molti ci chiedono di effettuare il tampone, ma siamo costretti rispondere che in Campania i centri privati accreditati con le Asl non sono ancora autorizzati a farlo - aggiunge Dello Iacovo - Paradossalmente possiamo eseguire tamponi per persone o aziende non campani. I cittadini preferiscono il tampone: il test sierologico non individua direttamente il Covid, ma rileva gli anticorpi al Covid presenti nel sangue. Prima che si formino, però, occorre che passino almeno 5 giorni dal contagio: ecco perché il sierologico potrebbe dare esito negativo anche in caso di infezione. Il tampone ha i suoi limiti, perché il virus può non essere localizzato nelle alte vie respiratorie. Siamo in attesa che De Luca dia l'ok anche ai laboratori privati accreditati per i tamponi: solo la somma dei due test, sierologico e tampone, può dare una certezza matematica. Sono centinaia i sierologici realizzati solo ieri. E migliaia le richieste di informazioni. In molti casi si tratta di rientranti dalle vacanze. Visti i numeri del contagio in estate, lasciare la difesa dal virus al solo senso di responsabilità dei giovani non è bastato».
 

Alessandra Ferretti, 30 anni, sbuffa uscendo dalla porta scorrevole di Sdn in via Crispi. «Studio odontoiatria a Madrid - racconta - ma non mi faranno tornare lì senza un test sierologico valido che, da 3 giorni, è obbligatorio per entrare in Spagna. Il problema, mi hanno appena spiegato dentro, è che non posso richiedere un test sierologico senza la prescrizione del medico di base. Ma non ne ho uno in Italia. Non so come fare. Proverò a chiamare anche in aeroporto. Un po' di organizzazione in più per chi è venuto in vacanza in Italia non mi sarebbe dispiaciuta. Sono venuta arrivata qui da 8 giorni, quando il nuovo allarme non era ancora scoppiato. È difficile star dietro a tutte le regole che cambiano di continuo». Dopo poco, dalla stessa porta escono Valeria Esposito e sua figlia Martina Galdieri. Martina, 17 anni, si sfiora il cerotto del prelievo sul braccio. «Abbiamo appena fatto il sierologico - spiega la madre - Costo: 60 euro. Mia figlia la settimana scorsa è stata a mangiare un panino in un pub di Pozzuoli dove un dipendente è risultato positivo. Martina ha avuto paura: non è vero che i giovani sono tutti irresponsabili. È ingiusto che chi torna dall'estero abbia il tampone assicurato mentre noi, che non siamo stati in vacanza, avremmo dovuto aspettare l'esito del tampone dei dipendenti del pub. Sarebbe passato un mese». 

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