Covid a Napoli, esaurite le scorte di vaccini anti-influenzali: i 50enni restano fuori

Covid a Napoli, esaurite le scorte di vaccini anti-influenzali: i 50enni restano fuori
di Maria Chiara Aulisio
Giovedì 3 Dicembre 2020, 09:00
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I vaccini anti-influenzali continuano a mancare benché la Regione ne abbia acquisito un milione e 800mila dosi. Al momento nessun distretto dispone del quantitativo necessario per ultimare la campagna di prevenzione avviata lo scorso mese di ottobre. Una partenza sprint, prima di tutte le altre regioni d'Italia, organizzata con largo anticipo dalla Campania proprio per evitare di arrivare a dicembre con una fetta di popolazione ancora da vaccinare. E invece è andata esattamente così: ad oggi - vale a dire a meno di un mese dal picco della malattia previsto tra la fine di dicembre e quella di gennaio - anche tra i soggetti cosiddetti fragili c'è ancora chi resta in attesa della convocazione del medico di famiglia per la somministrazione dell'anti-influenzale. 

Niente da fare invece per le fasce che si potrebbero definire meno deboli delle altre. Anche quando - e soprattutto se - arriveranno i rifornimenti dalle aziende produttrici, chi non ha ancora compiuto i sessant'anni di età e gode per fortuna di buona salute, difficilmente potrà vaccinarsi. «Si tratta di una categoria di persone che fino allo scorso anno il vaccino lo acquistava direttamente in farmacia - spiega Saverio Annunziata, rappresentante nazionale del Sumai, sindacato di Medicina ambulatoriale della provincia di Napoli, e medico di famiglia - ora che per una scelta del governo non è più possibile, dovrà farne a meno: il prodotto manca anche a pagamento.

Il punto è uno solo: il Covid ha visto aumentare la richiesta da parte di pazienti over 65, o inclusi in categorie lavorative a rischio. Purtroppo c'è stato un approvvigionamento inadeguato rispetto alla domanda andata ben oltre le aspettative anche se - va detto - c'è chi sta molto peggio di noi». 

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La conferma arriva da Ugo Trama, al vertice della Direzione generale regionale per la tutela della salute: «Siamo stati costretti a dire no a regioni come la Basilicata e l'Abruzzo, ci hanno chiesto aiuto, volevano il vaccino. Con tutta la buona volontà non avremmo saputo dove prenderlo. - spiega - Invece qualche settimana fa è stato possibile mandare 15mila dosi in Molise. Un gesto di assoluta solidarietà che non sempre si può fare». Secondo la direzione regionale 60mila dosi dovrebbero arrivare tra il 7 e il 9 dicembre mentre altre 20mila saranno disponibili già dal prossimo fine settimane. Un rifornimento indispensabile - dicono i medici di famiglia - visto che solo nel Distretto 24/Asl Napoli 1 c'è ancora il quindici per cento degli aventi diritto in attesa di vaccinazione. Una cifra alla quale bisognerebbe aggiungere quegli under sessanta in buona salute che, anche volendo, non possono comprarlo. Così aumenta la pressione sui medici di famiglia costretti a fare i conti con decine di richieste al giorno: un problema che riguarda più di 1.200 studi sul territorio ciascuno dei quali chiamato a vaccinare ben oltre i 300 pazienti cronici. «Purtroppo sono le aziende che non consegnano il farmaco - aggiunge Trama - è un problema nazionale che si ripercuote su tutto il territorio. La Lombardia, ad esempio, è in totale emergenza. Fidatevi: a noi è andata bene e andrà meglio quando riceveremo le scorte». La speranza in ogni caso resta quella che le attuali norme anti Covid sortiscano un buon effetto anche per quel che riguarda l'influenza. 

È chiaro che l'uso obbligatorio della mascherina, gran parte delle scuole chiuse insieme con il distanziamento sociale, niente bar, ristoranti e luoghi di aggregazione, contribuiranno a ridurre il numero di contagi. «Ce lo auguriamo davvero - conclude Annunziata - soprattutto per quanti non avranno la possibilità di vaccinarsi come avrebbero voluto». Anche perché tra qualche giorno potrebbe essere pure troppo tardi per farlo.

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