Coronavirus a Napoli, riaprono i negozi per bambini: corsa per cambiare le taglie dei vestiti

Coronavirus a Napoli, riaprono i negozi per bambini: corsa per cambiare le taglie dei vestiti
di Oscar De Simone
Martedì 14 Aprile 2020, 11:46 - Ultimo agg. 17:03
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Sono le nove del mattino quando, in una città ancora deserta, si sente l’eco delle saracinesche che si rialzano. Sono quelle dei negozi per bambini che oggi, dopo più di un mese di stop, tornano in attività. Una riapertura che ancora non restituisce la normalità, ma che permette di fare un primo passo verso la ripresa.
 

 

I problemi sono ancora tanti per gli imprenditori che da ora in poi dovranno fare fronte ad una “nuova vita”, fatta di guanti, mascherine e distanze di sicurezza. Una serie di accorgimenti che dovranno impedire il diffondersi del virus, mantenendo personale e clientela in totale sicurezza. L'apertura prevista a livello nazionale, a Napoli è stata ridotta dal presidente della Regione Vincenzo De Luca a due mattine a settimana, il martedì e il venerdì dalle 8 alle 14. 

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Alcuni clienti si stanno già affacciando nei negozi, mentre molti, spiegano gli esercenti, stanno chiamando per modificare gli ordini: i vestiti per cerimonie come le prime comunioni, rinviate in autunno, dovranno infatti essere di una taglia diversa.
 


«Siamo d’accordo – afferma l’imprenditore Marco Scherillo – ad una riapertura due giorni a settimana, perché ci consente di rimetterci in moto. Ma le difficoltà restano. Abbiamo fornitori ed utenze da pagare e certamente in questo primo periodo di riapertura non si lavorerà tanto. Bisognerà adattarsi ad un nuovo giro di affari che stravolgerà il nostro modo di gestire le entrate ed i pagamenti. Non sarà facile ma non abbiamo altra scelta».
Una situazione non facile per i commercianti che in questo momento, oltre che al ridotto giro di affari, dovranno anche convivere con la paura e la diffidenza della clientela.

«Questo è un aspetto importante – conclude Scherillo – perché senza fiducia non c’è commercio. Le persone hanno paura di entrare, di parlare con il personale e di toccare i prodotti. La nostra vita è cambiata e per tornare alla vecchia quotidianità ci vorrà tempo. Intanto noi riprendiamo per due giorni a settimana ed a ranghi ridotti, soprattutto per dovere civico. Crediamo che il nostro lavoro sia utile per i genitori in attesa di un figlio e perché vederci aperti – anche se per poco tempo – trasmette speranza ai cittadini che desiderano uscire da questo incubo». 

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