Il coronavirus non ferma le bestie: sassi sull'ambulanza dei tamponi a domicilio nel Napoletano

Il coronavirus non ferma le bestie: sassi sull'ambulanza dei tamponi a domicilio nel Napoletano
di Marco Di Caterino
Venerdì 17 Aprile 2020, 08:01 - Ultimo agg. 12:24
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Non è solo teppismo, non è solo stupidità. E non è neanche solo criminalità. Difficile definire il gesto degli anonimi lanciatori di sassi che ieri hanno messo un'ambulanza della cooperativa «Misericordia di Casoria» fuori uso, centrando con una grossa pietra uno dei vetri degli sportelli posteriori del mezzo di soccorso, impegnato nell'effettuare a domicilio tamponi anti-coronavirus per conto dell'Asl Napoli 2 Nord. Un compito gravoso, delicato, importantissimo. Ma del tutto indifferente al gruppetto di criminali, che si sono esibiti nella fitta sassaiola mentre all'interno del mezzo, in quel momento fermo in un'area di sosta, due infermieri stavano effettuando quella particolare, lunga e complicata vestizione medica necessaria per proteggersi dal virus. Spaventati, sotto choc e colti di sorpresa i due operatori sanitari, già abbastanza sotto stress perché impegnati in un lavoro a rischio di contagio, hanno immediatamente contattato la direzione della cooperativa che ha inviato a stretto giro un altro mezzo medico e riportato in garage l'ambulanza, che con il vetro rotto per i rigidi protocolli di sicurezza è diventata inservibile.
 

 

Un gesto quella sassata, scagliata con tanta forza da rompere un vetro ad alta resistenza, che non solo ha reso non più operativo, in un momento così delicato, un mezzo di soccorso ora in attesa del pezzo di ricambio, ma ha aperto scenari davvero inquietanti. Non sembra casuale il luogo dove è avvenuto il fatto, via Paganini, una zona isolata nella periferia sud di Caivano, a poche centinaia di metri dal difficile Rione Salicelle della confinante Afragola. Un quartiere in mano alla camorra, assoggettato ai vari clan, cosche e gruppi che si succedono alla stessa velocità del contagio del virus, dopo che è saltato il «tappo» regolatore del malaffare del clan Moccia. Qualche giorno fa il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese aveva inviato ai prefetti una lettera nella quale si chiedeva che fosse attuata un'attenta attività di monitoraggio per «contenere le manifestazioni di disagio che possono verosimilmente avere risvolti anche sotto il profilo dell'ordine e sicurezza pubblica perché considerava la titolare del Viminale - non c'è solo la criminalità organizzata in agguato. Il rischio che a insinuarsi nelle maglie della crisi economica e a pilotare atti di rivolta e di violenza possano essere anche le organizzazioni estremiste è molto alto». Ma per ora tutte le piste sono aperte. L'unica a non convincere è che ad agire sia stata una babygang: troppo pesante le pietre utilizzate, troppa forza per scagliarle tanto da fare danni.
 

«Ho sporto una dettagliata denuncia ai carabinieri - dice al telefono Stefano Riccardi, rappresentante legale e presidente della Misericordia di Casoria - su quanto accaduto. L'ambulanza era ferma, il personale sanitario si stava preparando per mettersi al lavoro, quando si è sentito lo scoppio del vetro posteriore che andava in frantumi. Non è la prima volta - dice Riccardi - che subiamo danni e veniamo attaccati ma è davvero assurdo che capiti in momento così delicato. Siamo impegnati nell'effettuare tamponi a domicilio per conto dell'Asl, tra i cinquanta e i settanta al giorno, che poi provvediamo a consegnare al Cotugno. Ora abbiamo un veicolo fuori servizio e in questo momento ogni risorsa è fondamentale». Gli fa eco Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale e membro della commissione sanità: «Purtroppo neanche l'emergenza sanitaria ha saputo frenare l'indole violenta ed irresponsabile di alcuni imbecilli che continuano ad attaccare il personale sanitario, preziosissimo in questo momento e che per questo va tutelato.
Servono maggiori controlli e chiunque ostacoli il lavoro dei medici e degli infermieri dovrà subire pene severe». 

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