Effetto coronavirus, tagli ai centri per i bambini a rischio: 1.200 minori senza sostegno

Effetto coronavirus, tagli ai centri per i bambini a rischio: 1.200 minori senza sostegno
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 20 Maggio 2020, 09:30
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L'emergenza Covid sta purtroppo mettendo in ginocchio il comparto welfare. In particolare, i centri che si occupano di bambini a rischio, fragili per contesto socio-economico e familiare. In questo periodo di quarantena non sono stati abbandonati, ma sarebbe potuto accadere. Lo si deve al buon cuore degli operatori che gratuitamente si sono presi cura di loro impegnandoli con attività a distanza, sebbene fossero in cassa integrazione e i contratti stipulati dai centri tutti congelati. L'emergenza quindi mostra tutta la debolezza di un sistema già deteriorato all'origine, con un governo che in queste settimane non ha ancora avanzato soluzioni. Intanto l'Uneba (Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale) che rappresenta ben 23 centri diurni polifunzionali operanti tra Napoli e dintorni, è in serie difficoltà.

Don Giuseppe Venerito in queste settimane ha continuamente sollecitato il Comune per riattivare la convenzione, che doveva essere necessariamente modificata non essendoci più la presenza. C'è riuscito solo da pochi giorni e da lunedì sono riprese le attività a distanza che dureranno fino al 6 giugno, con un costo giornaliero per ciascun minore accolto che da 18,51 euro è passato a 9,78. «Anche se tutti i 1.200 minori in elenco affidatici dal Comune partecipino alle attività a distanza, il ricavo complessivo del periodo è assolutamente insufficiente per coprire i costi per il personale (stipendi e contributi)» precisa don Pino che chiede che almeno le attività estive siano organizzate con celerità. Interpellata sul caso, l'assessore alle politiche sociali Monica Buonanno solidarizza con l'Uneba e precisa che riguardo la decurtazione «siamo di fronte a un disagio nazionale, noi abbiamo fatto il possibile ma dobbiamo attenerci al contratto stipulato» mentre per le attività estive assicura «impegno per dare a questi bambini almeno una estate serena in sicurezza».
 


I centri diurni si occupano in esclusiva di offrire servizio educativo, servizio di ristorazione e servizio trasporto per minori dai 6 ai 16 anni, e per loro l'amministrazione comunale corrisponde una retta giornaliera a presenza di 18,51 euro. «I bambini però devono essere presenti. Se un bimbo è ammalato, non riceviamo un centesimo, ma gli operatori hanno comunque uno stipendio. Con le giunte precedenti a de Magistris si era trovata una soluzione, si ammortizzava la spesa e non la si cassava totalmente» spiega don Pino. Quest'obbligo crea molti problemi e si registrano perdite di gestione, con qualche centro costretto a chiudere. «Ci occupiamo in via esclusiva per il Comune (quindi non possiamo avere altre agenzie) di bambini che vivono in nuclei familiari delicati: sono senza papà, che quasi sempre è in carcere, con mamme con figli da più uomini senza quindi una guida educativa, o che vivono in condizione di povertà». In questi mesi di quarantena «abbiamo lavorato gratis. Non li lasciamo e li raggiungiamo con il cellulare perché hanno solo quello».

Tuttavia, l'Uneba registra diverse criticità come «aver fatto partire la convenzione solo a fine novembre, e per pattuire questa nuova convenzione post emergenza ho dovuto rincorrere l'assessore. Auspico che per l'organizzazione dei campi estivi e, soprattutto, del prossimo anno scolastico, si accelerino le procedure per non perdere questi ragazzi». «Siamo solidali con tutti i centri diurni, ma questa emergenza sanitaria ha imposto nuove regole» ammette l'assessore Buonanno. «Il problema non è del Comune di Napoli ma nazionale, e sebbene siamo intervenuti su codice degli appalti ed esteso l'articolo 48, oltre non possiamo fare. È il governo che sarebbe dovuto intervenire - prosegue - e finora, pur avendo ricevuto numerose proposte, non lo ha fatto. Aspettiamo il prossimo decreto con fiducia».

Riguardo la pianificazione dei campi estivi invece, l'assessore Buonanno promette tempi brevi: «Solo domenica sera abbiamo avuto i regolamenti per gli spazi esterni comuni, quindi ora ci rimettiamo al lavoro. Il mio impegno è per questi ragazzi: hanno trascorso una primavera terribile, vorrei avessero almeno un'estate serena e gioiosa». 

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