De Luca torna da Fazio: «La scuola è tra i primi vettori del contagio»

De Luca torna da Fazio: «La scuola è tra i primi vettori del contagio»
Domenica 25 Ottobre 2020, 21:23 - Ultimo agg. 21:31
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«Sulla scuola continuiamo a balbettare, il mondo della scuola è oggi piaccia o meno uno dei vettori più grandi di contagio nelle famiglie». Lo ha detto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, a Che tempo che fa. Chiama in causa i dati. «Abbiamo fatto un raffronto nelle due settimane prima dell'apertura dell'anno scolastico e nelle due settimane successive - spiega - Nelle due settimane successive il contagio è aumentato sulla popolazione complessiva di tre volte e sulla fascia d'età da 0 a 18 anni di 9 volte e con un dato estremamente preoccupante, la fascia di età del contagio è esattamente identica per quella 0-5 e per quella 15-18 anni».

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Per il governatore della Campania il Dpcm  «è un passo in avanti ma non è sufficiente, non basterà. Potevamo fare due scelte: o chiudere tutto per un mese oppure prendere ancora misure intermedie. Il Governo ha scelto la seconda strada», ha aggiunto. Sottolineando poi la presenza di «​alcune criticità», cioè la chiusura di ristoranti e dei bar, il comparto dello spettacolo, del teatro, del cinema, degli operatori culturali, delle palestre «che sono in grande sofferenza e onestamente non sono quelli i luoghi in cui si è determinato il contagio».

 

Abbiamo fatto un miracolo combattendo a mani nude e vorremo per lo meno che chi parla della Campania, parlasse sulla base dei dati di fatto non a capocchia come capita nove volte su dieci», ha detto De Luca in merito alla situazione sanitaria. «Siamo stati destinatari di una elegante campagna di aggressione mediatica che dura da un mese avremmo dovuto perdere tempo per fare qualche decina di querela per diffamazione ma non avevamo tempo da perdere». «Abbiamo una situazione che regge - ha spiegato - abbiamo aumentato le terapie intensive da 300 a 600, abbiamo aumentato i posti letto tenendo conto che siamo una regione che ha 15mila dipendenti in meno rispetto ad altre regioni con un milione di abitanti in meno, abbiamo aumentato i tamponi da 5mila a 16mila».

Certo, ha concluso, «se andiamo avanti con 2500 contagi al giorno, nessun sistema sanitario può reggere». 

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