Covid in Campania, terapie intensive piene come a dicembre e De Luca chiede più posti letto ad Asl e ospedali

Covid in Campania, terapie intensive piene come a dicembre e De Luca chiede più posti letto ad Asl e ospedali
di Ettore Mautone
Lunedì 22 Febbraio 2021, 20:00 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 10:36
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La Campania con 125 posti di terapia intensiva occupati raggiunge il valore più alto dal 14 dicembre scorso mentre l'indice Rt con i casi di oggi resta leggermente sopra il valore 1. Prosegue in Campania lo stillicidio dei casi di infezione da Coronavirus e sebbene a fronte di pochi tamponi effettuati segna ben 1.202 casi (lunedì scorso erano stati 966), il 10,80% di positivi al tampone (lunedì scorso il 10,16%). Salgono anche i decessi a quota 21 morti contro i 14 di ieri. Pochi guariti e solo 42 attualmente positivi in meno di ieri mentre alle 15 di oggi erano state somministrate 313 mila dosi, l'82,3% di quelle disponibili, e completamente vaccinato è solo l'1,87% della popolazione. 

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«L'andamento della settimana - avverte Nicola Fusco, ordinario di matematica dell'Università Federico II - disegna uno scenario anomalo in cui a fronte di una leggera diminuzione dei casi in Campania per la prima volta si accoppia un aumento della pressione sugli ospedali.

Questa settimana 1.460 casi al giorno di media, erano 1.540 una settimana fa, 1.420 due settimane fa e 980 quattro settimane fa. Questa settimana 16 morti al giorno di media, la stessa di una settimana fa; due settimane fa era 19 e quattro settimane fa 33. Attualmente 125 terapie intensive, erano 111 una settimana fa, 105 due settimane fa e 112 quattro settimane fa».

Uno scenario che potrebbe essere giustificato dall'affacciarsi, sulla scena, della variante inglese che come è noto è più contagiosa ma non è ancora provato che dia luogo a una maggiore intensità di malattia. La questione è all'attenzione della cabina di regia regionale che ha chiesto ai direttorti di Asl e ospedali di attivare nuovi posti letto attinfendo alle possibilità delle singole aziende sanitarie. 

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Su questo fronte però i sindacati della dirigenza medica fanno sentire la loro voce: «Il tentativo in itinere della Regione di aumentare il numero di posti Covid al Cardarelli passato da 140 a circa 180 posti ci trova molto critici - spiegano Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cimo, Fvm e Anpo - è sacrosanto accogliere i pazienti Covid e il Cardarelli ha sempre assolto questo compito da oltre un anno, ma attualmente il riversarsi indiscriminato di pazienti Covid sul Cardarelli e non su altri ospedali sta privando tutti i pazienti non Covid della Regione dalle cure assistenziali per le quali il Cardarelli è diventato un punto di eccellenza per la Campania e tutta l’Italia meridionale: i pazienti Covid vengono inviati al Cardarelli perché definiti tutti pazienti complessi, ma perché altri ospedali non li accolgono? Può il Cardarelli pagare le fragilità di altri ospedali?». 

Il direttore generale del Cardarelli ha detto di volersi battere per diminuire il numero di posti Covid: «Speriamo che la Regione lo ascolti». Il collegio di direzione del cardarelli ha intanto elaborato una semplice e pragmatica proposta per ridurre l’impatto dei pazienti Covid mantenendo il concetto di solidarietà per l’assistenza degli stessi. 

«Speriamo che in queste ore la Regione esamini il documento del Collegio di direzione - concludono i camici bianchi - e che si conoscano con esattezza disponibilità ed accoglienza di altri ospedali a partire dal San Giovanni Bosco e dal Loreto Mare. Il Cardarelli invece, come sosteniamo da oltre due anni, ha bisogno di una riorganizzazione del Pronto soccorso e della prima linea di e Accettazione la cui conduzione va verificata analiticamente e non in maniera pressapochistica come finora è stata fatta».

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