«Il Covid-19 ha certamente peggiorato le condizioni dei detenuti: diminuzione drastica delle visite, diminuzione dei permessi, flessione delle relazioni con il mondo del volontariato, della cultura e della formazione, annullamento delle possibilità per l'inserimento lavorativo. Da ciò scaturisce la considerazione che per affrontare la crisi indotta dalla pandemia non si può prescindere dal fatto che il carcere è un insieme di persone, una comunità appunto, nella quale contano ovviamente le condizioni di ogni singola persona, sia essa un operatore penitenziario che un detenuto o un volontario». Così, in una nota, Samuele Ciambriello garante regionale delle persone privare della libertà personale.
«Certo, ci sentiamo confortati dal ricordo nei confronti degli agenti di custodia del carcere di Carinola deceduti e dalle dichiarazioni fatte dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia, che nel suo ultimo discorso ha definito il carcere un luogo di comunità, che in quanto tale, il benessere di ciascuno alimenta quello di tutti».