Covid a Napoli, protesta al carcere di Poggioreale: «Più cure per i detenuti. Qui ci sono esseri umani, non animali!»

Covid a Napoli, protesta al carcere di Poggioreale: «Più cure per i detenuti. Qui ci sono esseri umani, non animali!»
di Alessandra Martino
Venerdì 21 Gennaio 2022, 15:44 - Ultimo agg. 16:41
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Si era annunciata l’emergenza nell’emergenza a causa della pandemia nelle carceri della Regione Campania. Questa mattina, sit in davanti al carcere di Poggioreale. «Il carcere è tortura di Stato. Vaccini e cure mediche ai detenuti», decine di famiglie di detenuti, questa mattina hanno protestato in modo pacifico e silenzioso.

I parenti chiedono maggiori tutele e più vaccini per i carcerati, dopo che negli ultimi giorni sono emersi molti casi di contagio nelle celle. A dare sostegno alle famiglie il garante dei detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello: «Abbiamo bisogno di provvedimenti immediati, non di riforme strategiche a qui a qualche anno.

Abbiamo bisogno di un decreto svuotacarceri. Dobbiamo rasserenare questo clima».

«Il 70% delle persone ritornano a Poggioreale, quindi, il carcere come azienda si può dichiarare fallita, se il 70% delle persone torna dentro - ha aggiunto Ciambriello - Dobbiamo dare delle possibilità una volta usciti, attraverso borse lavoro, corsi di formazione».

Il garante regionale, ha fatto sapere, inoltre, la sua richiesta ufficiale al governo, sulla possibilità di liberazione anticipata da 45 a 75 giorni.  Presenti anche il garante dei detenuti di Napoli, Pietro Ioia e a Rita Bernardini di “Nessuno tocchi Caino”, entrambi presenti alla manifestazione.

«Bisogna sfollare il carcere, bisogna scegliere misure alternative al carcere. La pandemia, ha evidenziato problemi che nelle carceri già c’erano - ha spiegato Pietro Ioia, garante comunale - Problemi che si stanno aggravando ancor di più con i contagi da coronavirus. Il carcere di Poggioreale, nonostante gli sforzi del personale, ha una capienza di 1.600 detenuti, ad oggi sono presenti più di 2.200 detenuti. Bisogna intervenire». 

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Dunque, niente di nuovo. Cresce il sovraffollamento carcerario, aumentato i suicidi, ma nessuna misura deflattiva per arginare le criticità. Rita Bernardini lo scorso dicembre ha dichiarato la ripresa dello sciopero della fame, ancora oggi in atto, molti detenuti in Campania e altre regioni d’Italia, per solidarietà hanno deciso di non fare lo sciopero della fame ma di rinunciare alle pietanze offerte dalle carceri.

«Il sopraffollamento è insopportabile e determina condizioni di vita inumane e degradanti. Con l’arrivo del covid, la condizione di vita è disperata e la preoccupazione sia per i detenuti, sia per chi ci lavora ma anche per i familiari. Occorre un intervento immediato. Noi di “Nessuno tocchi Caino” e partito radicale abbiamo proposta una soluzione grazie al deputato, Roberto Giachetti».

Rita Bernardini, sulla casa circondariale di Poggioreale ha aggiunto: «Poggioreale è un caso unico in Europa. Si sta eleggendo il nuovo presidente della Repubblica che, è il garante della Costituzione. Io credo che proprio in questo momento occorre manifestazione e la non violenza è il modo più giusto per dialogare, però, bisogna avere un interlocutore dall’altra parte pronto ad ascoltare». 

In mattinata, all’esterno del carcere oltre al sit in, molte famiglie hanno protestato per il mancato colloquio a causa della verifica del green pass, inoltre, molti hanno appreso solo all'ingresso che il loro familiare era contagiato o in isolamento. 

«Devono pagare la loro pena ma va comunque garantito il diritto alla salute - afferma un congiunto di un detenuto, bisogna intervenire - Oggi siamo qui per chiedere alla ministra Cartabia di fare presto e di pensare a pene alternative per chi ha da scontare pene minime». 

All’esterno di Poggioreale, durante la protesta, è avvenuta la scarcerazione di un detenuto che nel pieno dell’emozione ha ringraziato i garanti Ciambriello e Ioia e ha raccontato:  «Ora, lì dentro è peggio di prima. Le condizioni dei detenuti sono disastrose. Qualcuno faccia qualcosa per aiutare queste persone».

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