Campania, balzo Covid: sfondata quota 10mila e rebus migliaia di casi non registrati

Campania, balzo Covid: sfondata quota 10mila e rebus migliaia di casi non registrati
di Ettore Mautone
Martedì 28 Giugno 2022, 23:55 - Ultimo agg. 29 Giugno, 17:30
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Corre come un forsennato Sars-Cov-2 in Campania dove per la prima volta, dal 27 aprile scorso, torna a superare i diecimila casi in un giorno, per l’esattezza 10.602 contro i 6.018 di martedì scorso, raggiungendo così il 32,5% di positivi al tampone. Percentuale che segna un nuovo record. L’unica nota positiva, dal fronte Covid, è il fatto che le infezioni rilevate non danno luogo alle classiche polmoniti interstiziali mentre il quadro clinico più frequente, nei sintomatici (anche questi in rapida crescita e ieri al 7% dei tamponi positivi) è quello di una influenza con febbre e mal di gola che perdurano per più giorni. In altri casi la manifestazione prevalente è a carico di stomaco e intestino (vomito e diarrea) con quasi nullo interessamento respiratorio. Quadri benigni che però che però si sovrappongono ad altre patologie dominanti (malattie oncologiche, renali, endocrine, neurologiche, cardiovascolari, respiratorie) che negli anziani e nei fragili contano una più elevata mortalità rispetto a chi, con le stesse patologie è fortunatamente indenne dal virus.

Attualmente nei Covid center come il Cotugno ci sono pertanto pazienti giunti in un qualunque ospedale della rete regionale e che all’ingresso sono stati scoperti positivi al tampone.

Tutto questo si coniuga a una maggiore incidenza, nei positivi sintomatici, di ictus, infarti, sepsi che si sviluppano più frequentemente quando il Covid si aggiunge a un’altra patologia di base che ha preceduto l’infezione. Tutte situazioni complesse che attualmente impegnano medici e operatori dei Covid center. Ieri, con questi presupposti, sono stati registrati 5 decessi, 1 in più del giorno prima e ben 4.502 attualmente positivi in più con una crescita anche delle ospedalizzazioni (3 terapie intensive e 26 ricoveri in più di lunedì) mentre le 27 unità di terapia intensiva occupate ieri rappresentano il valore più alto dal 24 maggio. 

In Regione il profilo di crescita dei casi preoccupa: nel pomeriggio di ieri, su sollecitazione della presidenza, si è riunito un gruppo di tecnici e funzionari della Sanità per tracciare il punto della situazione. Si è deciso di redigere un piano, da attivare rapidamente in caso di emergenza, che presuppone un’organizzazione a fisarmonica dei principali ospedali, in particolare quelli che da un paio di mesi sono tornati a un assetto ordinario, nella consapevolezza che qualunque impegno di personale e posti letto per l’assistenza Covid avrebbe pesanti riverberi su tutta l’attività medica e chirurgica ordinaria impegnata nel lavoro di smaltimento delle liste di attesa. C’è anche l’indicazione, ai medici di famiglia e alle farmacie, di recuperare tutti i non vaccinati con la quarta dose tra fragili e anziani (il tasso di copertura delle quarte dosi è basso ma il linea con la media delle altre regioni della Penisola, circa il 40,5% dei vaccinabili).

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Così anche per il resto della popolazione che non ha effettuato la terza dose (13,6 per cento) superiore di alcuni punti alla media nazionale. Un altro aspetto affrontato nella riunione in Regione riguarda i tamponi rapidi fai da te acquistati in farmacia: sono troppi e non lasciano traccia sulla piattaforma regionale. «Nei nostri studi – avverte Pina Tommasielli, medico di famiglia e delegata per la medicina generale in Unità di crisi – di positivi ne arrivano tanti ma gravi non se ne vedono più. Molti sono giovani mentre chi è più anziano è vaccinato almeno con tre dosi e in caso di infezioni mostra sintomi che si risolvono in 4 o 5 giorni. Ritengo tuttavia che ci sia troppa leggerezza nel considerare inutile ogni precauzione da parte dei cittadini. Va bene realizzare una forma di convivenza con questo virus ma occorre anche un’attività educativa e di informazione presso i pazienti». 

Intanto la distribuzione dei casi e l’incidenza per 100mila abitanti vede una prevalenza netta in provincia a nord e a sud di Napoli con punte anche nella provincia di Caserta mentre a Napoli città con i 2.071 casi di ieri si arriva a un picco di oltre 800 casi per 100 mila cittadini che sarà registrato con i prossimi rilevamenti. 

A Napoli il serbatoio di chi attualmente è positivo è tornato a superare l’orlo delle 10mila unità e ieri sono stati ben 140 i pazienti che hanno segnalato lo sviluppo dei sintomi, di questi 4 hanno richiesto il ricovero in ospedale ma non c’è stato nessun decesso. L’impressione, considerato lo scarso numero di tamponi effettuati in questa fase, è che ci siano ancora tantissimi sintomatici. Su questo fronte si confrontano due scuole di pensiero tra gli esperti: quella di chi ritiene che il contagio sia quasi inevitabile e che anzi serva per rinforzare l’immunità e quella di chi invece è convinto che il Covid sia sempre meglio non incontrarlo e che dunque spinge sul tasto della prevenzione (uso di mascherine e gel per le mani in tutti i luoghi affollati)

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