Covid, Campania verso la zona gialla ma De Luca frena: si teme terza ondata

Covid, Campania verso la zona gialla ma De Luca frena: si teme terza ondata
di Ettore Mautone
Sabato 2 Gennaio 2021, 23:00 - Ultimo agg. 3 Gennaio, 08:39
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Dopo la pausa delle feste, nel gioco dell’oca dei colori, stabiliti per individuare le fasce di rischio epidemico delle regioni, si torna al punto di partenza del periodo pre natalizio. In pratica tutte le aree del paese dovrebbero tornare al giallo tranne l’Abruzzo (che era arancione) con l’incognita della Campania anch’essa arancione ma non per valore degli indicatori di rischio (tra i migliori del Paese) quanto per autonoma scelta dell’unità di crisi regionale. Ed in effetti, anche alla luce dell’ultimo monitoraggio nazionale del 27 dicembre, la Campania parte da un valore di Rt di 0,78 a pari merito con la Sardegna. Meglio di lei fanno solo l’Abruzzo (scesa a 0,65), il Piemonte (0,71 a pari alla provincia autonoma di Trento), Bolzano (0,76) mentre un pelo più su ci sono a 0,79 la Toscana, l’Umbria a 0,8 e la Valle D’Aosta arrivata a 0,83 in un panorama in cui si sono molte spie accese oltre la soglia di 1 che indica una crescita esponenziale. 


Ovviamente sulla scorta di questi dati dopo la Befana ci saranno da registrare gli aggiornamenti della settimana successivi fino al 3 gennaio che daranno modo di avere un’idea di quanto hanno inciso le uscite per shopping e incontri familiari avvenuti nonostante le restrizioni tra Natale e Capodanno. Nessuno sa ancora quali saranno i risultati finali della cabina di regia nazionale convocata l’8 gennaio né quale sarà la decisione del presidente della Campania De Luca. In unità di crisi regionale c’è tuttavia massima attenzione ai dati giornalieri dei contagi e si teme che possa partire una terza ondata di cui purtroppo ci sono i primi segni in molte regioni.

La Campania sembra essere stabile, avendo raggiunto pressoché il massimo dei risultati dalle restrizioni imposte nella seconda metà di dicembre ma con una percentuale di positivi al tampone che, dal valore di 5,2 raggiunto a metà dicembre è tornata a salire superando il 9 per cento alla fine dello scorso mese.

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Anche Rt, in media, è salito un po’ nell’ultima settimana, di circa un punto collocandosi a 0,85 ma con punte, in alcuni giorni, superiori a 1 come accaduto venerdì scorso e un balzo a 0,9 dell’ultimo giorno del 2020 dopo una stagnazione tra 0,7 e 0,8 per almeno dieci giorni. I dati con cui si è chiuso l’anno non sono stati molto confortanti per tutte le regioni italiane e anche la Campania non ha brillato. Qui nel giorno di San Silvestro sono stati effettuati molti tamponi e trovato 1.554 positivi, il valore più alto dal 4 dicembre pari all’8,2 per cento di positivi al prelievo nasofaringeo con ben 9 persone che hanno varcato l’ingresso di una terapia intensiva sebbene a fronte di 22 ricoveri in meno. Anche nel primo giorno dell’anno si sono registrati valori non molto confortanti in Campania con 1.734 casi, il numero più alto dal 3 dicembre, pari all’8,5 per cento di positivi al tampone incrementando così per la prima volta da settimane la platea degli attualmente positivi (1073 in più del giorno prima) anche a fronte di un esiguo numero di guariti e ricoveri di nuovo in crescita. Dati che inevitabilmente hanno fatto aumentare un po’ anche l’incidenza, ossia i positivi per 100 mila abitanti, che è l’altro parametro, insieme ad Rt, da tenere d’occhio per misurare la diffusione del virus. Anche ieri, in una giornata in cui sono stati fatti ovunque un numero esiguo di tamponi e a fronte di alte percentuali di positivi al test e di un Rt che in media sale oltre il valore 1 in tutta Italia, la Campania resta un po’ in ombra sia per il numero eccezionalmente basso di tamponi (3.209) praticati ma soprattutto per la percentuale di positivi del 12,2 per cento contro l’8,5 per cento del giorno prima a fronte di un nuovo aumento dei decessi e un indice Rt che galleggia a 0,90. Un’altalena pericolosa che, se confermata al rialzo, potrebbe preludere a una nuova crescita dei casi a gennaio e configurarsi come il prodromo di una possibile terza ondata che temono tutti all’incrocio della vaccinazione di massa.
 

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