Covid hospital Boscotrecase senza anestesisti: «O arrivano rinforzi o si chiude»

Covid hospital Boscotrecase senza anestesisti: «O arrivano rinforzi o si chiude»
di Francesca Mari
Sabato 27 Febbraio 2021, 10:00 - Ultimo agg. 14:37
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È l'unico ospedale Covid di tutta l'Asl Napoli 3 Sud che copre 57 Comuni da Nola a Sorrento. Ma rischia la chiusura della terapia intensiva e di conseguenza della sub-intensiva, per penuria di anestesisti-rianimatori. È il paradosso del Covid Center di Boscotrecase, il nosocomio creato in 24 ore nella prima fase della pandemia con la riconversione dell'ex ospedale Sant'Anna e SS. Madonna della Neve, che ora ospita 110 pazienti Covid ma ha solo tre anestesisti-rianimatori su un organico previsto di 18 unità. Ore di caos e tensioni tra i salti mortali dell'azienda per reperire unità anche bussando alla porta dell'Asl Napoli 2 Nord, oltre che attingendo risorse con non poche difficoltà dagli altri ospedali aziendali comunque in affanno, tra le pressioni dei sindacati e la resa del direttore sanitario di Boscotrecase, Savio Marziani, che minaccia le dimissioni. La carenza di figure specialistiche, anestesisti in primis ma anche pneumologi e cardiologi, è cronica nel nosocomio boschese ma a far precipitare la situazione nelle ultime ore la perdita di tre anestesisti di cui uno è andato in pensione e due hanno vinto il concorso al Policlinico di Napoli.

I tre specialisti rimasti, quindi, non riescono a coprire i turni per i quattro pazienti ricoverati in rianimazione (reparto con capienza di 12 posti, ma con soli 4 attivi proprio per mancanza di risorse) e i 38 ricoverati in semi intensiva. Così l'Sos del primario della rianimazione Emilio Di Caterino: «O arrivano rinforzi o si chiude».

Tra l'altro, con la terza ondata che sta colpendo particolarmente i comuni dell'Asl Sud con un picco di contagi (oltre 1500 a Castellammare di Stabia), stanno aumentando i ricoveri e la direzione strategica sta lavorando per portare i posti letto del Covid Center a 130. Una strategia al fine di decongestionare i Pronto soccorso degli altri ospedali aziendali.

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Anzitutto l'azienda ha cercato di attingere risorse dalla propria rete ospedaliera, e cioè attingendo anestesisti dall'ospedale Maresca di Torre del Greco che, però, dovendo garantire ore a Boscotrecase smetteranno di fare i turni notturni nel nosocomio torrese. Una disposizione che scontenta gli operatori del Maresca, convinti che con lo stop alla guardia notturna di anestesia (che però deve essere in pronta reperibilità) i pazienti rischiano se gli interventi non sono tempestivi. Poi la direzione dell'Asl Sud ha provato ad attingere anestesisti dall'Asl Nord in regime di autoconvenzionamento ma pare che il tipo di accordo abbia creato problemi perché contempla la richiesta di ore extra agli specialisti e non è sempre facilmente attuabile. 

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Di fronte alle difficoltà di reperimento dei medici il direttore sanitario del Covid Hospital Marziani ha lanciato un grido d'allarme. «Se chiude la terapia intensiva - ha detto - lascio la direzione sanitaria. Rimarrebbe solo la Medicina Covid ed anche quella sarebbe a rischio perché sarebbe compromessa anche la sub intensiva. Bisogna fare presto!». Sul piede di guerra anche i sindacati. «Non si può più indugiare - scrivono Savino, Panico, Izzo e Iapicca della Uil presidiale- occorre un cronoprogramma e risposte urgenti per scongiurare la chiusura della terapia intensiva. Altrimenti saremo costretti ad adottare azioni di salvaguardia per lavoratori e cittadini».

Un piccolo spiraglio di luce nella serata di eri con l'annuncio del direttore sanitario aziendale Asl Sud Gaetano D'Onofrio. «C'è un'oggettiva sofferenza con soli 3 anestesisti - ha detto - ma stiamo facendo i salti mortali. Abbiamo chiuso un accordo con l'Asl Napoli Nord per un supplemento di anestesisti per 196 ore mensili in regime in autoconvenzionamento, di cui 148 a Bosco e 48 a Sorrento». Ieri, inoltre, c'è stata la prova scritta del concorso per 20 anestesisti e per fine marzo potrebbero entrare in servizio. Ma i tempi burocratici sono lunghi e, intanto, la curva dei contagi schizza e i soli tre anestesisti del Covid Hospital non reggono il carico di lavoro. 

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