Napoli, in bilico duemila camici bianchi precari del Covid: «Noi, eroi dimenticati»

Napoli, in bilico duemila camici bianchi precari del Covid: «Noi, eroi dimenticati»
di Ettore Mautone
Mercoledì 12 Maggio 2021, 00:18 - Ultimo agg. 19:48
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Sono un vero e proprio esercito in Campania i camici bianchi precari del Covid: per i soli infermieri se ne contano oltre 2 mila in tutti gli ospedali della regione di cui almeno 500 nei vari centri clinici napoletani (Policlinici, Monaldi, Cotugno, Cto, presidi della Asl Napoli 1). Di questi, un centinaio almeno sono al lavoro nelle corsie del Cardarelli. Profili reclutati in gran parte nell’ultimo anno grazie allo scorrimento della graduatoria di un avviso pubblico indetto dalla Asl di Salerno in cui sono inseriti 1.927 idonei, e oggi quasi esaurita. Senza contare le decine di chiamate tramite contratti co.co.co, e altre formule flessibili attivate per fronteggiare l’emergenza nei pronto soccorso, nelle Covid unit e nelle rianimazioni infettivologiche. Tanto che anche le agenzie interinali sono a secco e oggi non hanno più molto da offrire. In una Sanità a pezzi dopo dieci anni di tagli e due lustri di commissariamento, non si è fatto nemmeno in tempo ad avviare i concorsi per ripopolare le corsie che subito si è dovuto fare i conti con il freno dei lockdown. 

Ora i nodi vengono al pettine e al Cardarelli stamattina, dalle 11 alle 12, sulle scale del padiglione monumentale, operatori delle rianimazioni Covid, infermieri dei reparti infettivologici, camici bianchi professionisti dell’emergenza, si riuniscono in un flash mob: la richiesta unanime sarà quella di ottenere il via libera a rinnovi contrattuali della durata di tre anni. Trentasei mesi che evidentemente servono per fornire una base a un futuro percorso di stabilizzazione, sebbene tutti siano consapevoli che l’ultima proroga prevista della legge Madia scadrà alla fine di quest’anno. Un 2021 entro cui, per godere della stabilizzazione diretta o delle riserve del 50 per cento nei concorsi, dovranno essere stati maturati 36 mesi di attività anche non continuativa negli ultimi otto anni con almeno un giorno di lavoro espletato dopo il 28 agosto 2015. Una materia, quella dei camici bianchi precari, su cui a più riprese si è sentita anche la voce del consigliere regionale di maggioranza Diego Venanzoni che, ammalatosi di Covid a novembre, ha toccato con mano la situazione di tanti medici e infermieri precari.

Guarito, ha presentato diverse interrogazioni in Aula per chiedere la proroga di 36 mesi dei contratti in essere e in scadenza, lo scorrimento delle graduatorie di concorsi pubblici anche per i contratti a tempo (onde evitare di generare ulteriore precariato), di posticipare a data successiva al 31 dicembre del 2021 la presa in servizio per chi abbia in fase di maturazione il requisito dei tre anni di lavoro oltre, infine, la ricognizione delle graduatorie di concorsi pubblici attive in Asl e ospedali per lo scorrimento delle liste degli idonei.

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«Il blocco del turn-over per anni in Campania ha sguarnito di personale i servizi essenziali - si legge nel volantino diffuso dalla Cgil Fp che annuncia la mobilitazione di stamattina - rendendo le condizioni lavorative degli operatori degli ospedali e delle strutture territoriali sempre più gravose e pericolose. Il Cardarelli, anche in piena pandemia, ha dovuto e potuto fornire adeguata assistenza sanitaria grazie all’impiego e all’impegno in prima linea di tanti operatori a tempo determinato. Operatori precari che hanno tempestivamente risposto alla richiesta di aiuto della Regione Campania e che hanno contribuito al funzionamento della rete delle cure in un momento drammatico. Oggi - conclude il documento - anche se ancora in numero insufficiente sono di fatto diventati operatori essenziali per l’ospedale e acquisito conoscenze e professionalità». Di qui la richiesta di stabilizzazione, o almeno di un percorso che la faciliti rispetto ai requisiti necessari. 

Allo stato per gli infermieri le graduatorie di concorso a tempo indeterminato sono tutte esaurite. «Quella del Cardarelli - dice Alessandro Coccia, che guida il comitato “Stapassan” - ha consentito di assumere i 1.200 idonei assorbiti in tutti gli ospedali. La nuova graduatoria che sarà pubblicata a breve (forse a fine mese) è quella del policlinico Federico II per 509 candidati che hanno superato la prima prova e attesi ora all’orale». Scorrimenti e assunzioni tramite graduatorie e concorsi a tempo indeterminato sono infine richiesti dall’Ordine delle professioni sanitarie per i 19 profili dell’area tecnica sanitaria e della prevenzione e riabilitazione rappresentati. In questo caso è invocata pari rappresentatività in aree assistenziali chiave anche rispetto all’emergenza Covid (Radiologia, Laboratori di analisi, Igiene e profilassi, Riabilitazione, Servizi domiciliari). «Le piante organiche vanno riformulate - avverte il presidente Ascolese - rispetto ai reali fabbisogni, interi settori, cruciali per l’assistenza, sono sguarniti di tecnici ovvero coperti con contratti flessibili o altri profili privi di titoli come nell’ambito delle stroke-unit, nelle emodinamiche e nelle aree radiologiche

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