Covid a Napoli, i «fantasmi» dei tamponi fai da te acquistati nei supermarket: «Il 15 per cento positivi»

Covid a Napoli, i «fantasmi» dei tamponi fai da te acquistati nei supermarket: «Il 15 per cento positivi»
di Ettore Mautone
Giovedì 26 Agosto 2021, 08:00 - Ultimo agg. 27 Agosto, 08:15
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È un fenomeno che ufficialmente non esiste ma viaggia sotto traccia, nelle pieghe di regole, norme e notifiche su piattaforme e interfacce informatiche, alimentato da vendite on-line ma anche nei supermercati oltre che nei canali di accesso ufficiali in farmacia e in laboratori accreditati lungo tutto lo Stivale. Parliamo dei test rapidi antigienici. Da quasi un anno, da ottobre del 2020, quando il Ministero ne ha liberalizzato l'uso, come primo step della positività al Coronavirus ma da confermare con il molecolare, le strategie per evitare la tagliola della quarantena, si sono affinate. «In effetti - spiega Gennaro Lamberti, laboratorio a Salerno ma presidente di Federlab Italia, l'associazione di categoria che rappresenta la maggior parte dei laboratori di analisi accreditati nel Paese da ottobre del 2020 - quando siamo stati autorizzati in Campania a effettuare i tamponi questo fenomeno della fuga si è accresciuto di mese in mese mano mano che questi tamponi sono stati resi disponibili all'acquisto privato fuori dal circuito del Servizio sanitario nazionale, sul web e addirittura nei supermercati. Test sempre più fai-da-te che da un lato sono inficiati dalla impossibilità di usufruire di un operatore qualificato a effettuare il prelievo e dall'altro, nei casi in cui emerga la positività, non controllabili né individuabili per la fuga dal molecolare. Nessuno conosce i confini di questo mondo sommerso ma ne abbiamo sentore quando qualcuno cerca di forzare la mano anche nei nostri laboratori accreditati». 

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Una progressiva crescita dunque, quella degli italiani in fuga dal tampone molecolare a conferma di un contagio. Lo stesso schema si ripete ovunque soprattutto nei luoghi di vacanza dalla Sicilia alla Versilia passando per il Veneto, la Puglia, la Campania. Gli eventi sentinella sono sempre più numerosi, punta di un iceberg di un fenomeno che andrebbe arginato con regole ferree. «Noi in farmacia - dice Paolo Cotroneo farmacista napoletano - effettuiamo tamponi antigenici e quelli molecolari (prenotabili in un laboratorio convenzionato) solo con la presentazione di un documento. Del resto dopo il primo boom di richieste di tamponi fai-da-te un anno fa, poi banditi in farmacia, molti hanno capito che la procedura va fatta da mani esperte per evitare falsi negativi. I tamponi rapidi a immunofluorescenza, di ultima generazione, hanno un'attendibilità quasi sovrapponibile a quella del molecolare ma oggi sulla Rete e anche nei supermercati si trovano kit per i tamponi a cromatografia di scarsa attendibilità. Un fenomeno che così diventa difficilmente arginabile con tutti i danni che possono derivarne alla collettività». Ci sono pertanto in giro persone false negative e persone positive consapevoli ma asintomatiche che non limitano il proprio raggio d'azione fregandosene di diffondere il virus e l'infezione. Un sottobosco dei positivi in fuga diventato fitto e inestricabile. I casi limite sono quelli che giocano sulla truffa, ossia la presentazione di documentazioni, anagrafiche e numeri di telefono falsi come è spesso capitato anche al personale che effettua il contact tracing nelle Asl. Un fenomeno cresciuto in scia a quello registrato nei tracciamenti dei contatti stretti che, spesso, si sono bloccati nella identificazione dell'albero delle positività davanti a numeri di telefono fasulli. È capitato alla Asl Napoli 1, ma anche in Sicilia, in Calabria, In Veneto, nel Lazio e in Toscana. Il numero ufficiale più consistente si è registrato in questo agosto a Roma e provincia dove ben 250 persone sono risultate non rintracciabili. «Il nocciolo della questione sono i controlli - conclude Luigi Atripaldi, responsabile del laboratorio di analisi del Cotugno - Quanto ai test fai da te sul web e in farmacia bisognerebbe vietarli sia per la scarsa attendibilità sia per l'impossibilità di successivi controlli».

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