Avrebbero creato un «mercato illecito» parallelo a quello dei fornitori di energia elettrica e di gas nazionali, mediante un'organizzazione imprenditoriale in grado di gestire le varie fasi, dalla manomissione dei contatori per rubare l'energia o il gas alla riscossione dei canoni mensili per il «servizio» erogato; provocando così danni per oltre tre milioni di euro alle società fornitrici, tra cui Enel e Italgas. È l'accusa a carico di 14 persone residenti tra il Casertano e il Napoletano cui i carabinieri di Marcianise hanno notificato le misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Nola su richiesta della Procura guidata da Laura Triassi; agli indagati sono contestati a vario titolo l'associazione a delinquere finalizzata alle truffe e ai furti aggravati.
In particolare due sessantenni sono finiti in carcere, perché ritenuti i capi del gruppo, un dipendente della società Italgas spa agli arresti domiciliari mentre per altri undici indagati, tra cui un addetto 62enne della società Enel spa, sei procacciatori di clienti e quattro collaboratori fidati dei capi, è stato disposto l'obbligo di dimora. I carabinieri hanno sequestrato beni e denaro agli indagati per un importo di 462mila euro.
Le indagini si sono sviluppate tramite intercettazioni ambientali e telefoniche effettuate dai carabinieri, ma anche con il supporto di tecnici Enel e Italgas. È emersa l'esistenza di un vero e proprio mercato illecito che faceva concorrenza a quello legale: il gruppo criminale si occupava di manomettere i contatori, alterare i cronografi, installare il radiocomando per l'interruzione comandata delle «fasi», fare le volture per i cambi di intestazione con l'utilizzo di prestanome ma anche di persone ignare, intascare i canoni dai clienti.
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