Accoltellamenti e arresti: che sta succedendo nella Curva A del San Paolo?

Accoltellamenti e arresti: che sta succedendo nella Curva A del San Paolo?
Mercoledì 9 Settembre 2015, 08:51 - Ultimo agg. 11:56
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Che sta succedendo in Curva A, allo stadio San Paolo? Dove terminano le rivalità tra sigle concorrenti degli ultrà azzurri e inizia la competizione criminale che si richiama ai clan in guerra nella faida di Forcella? È questo il vero punto, il nodo da sciogliere intorno al quale gravitano le indagini della Digos e della Squadra mobile della Questura di Napoli.



Da sempre considerato territorio di caccia e di conquista da parte di personaggi che con un eufemismo potremmo definire “border line”, il settore dei duri e puri dell'impianto di Fuorigrotta è ormai una specie di terra di nessuno, un deserto nel quale chi fa la voce più grossa e ostenta la propria potenza muscolare finisce per avere lo scettro del comando. Assurdo, ma vero. Chiedere conferma ai tanti ragazzi dei “Mastiffs” (che di per sé - attenzione a non fare facili equazioni e generalizzazioni - non sono affatto tutti criminali o pregiudicati). Chiedete a loro quello che è successo l'altra domenica sera, a metà del primo di tempo di Napoli-Sampdoria. Un fatto è innegabile. Nonostante i pur comprensibili tentativi di queste ore da parte delle forze dell'ordine tesi a smorzare le tensioni, nessuno può negare un fatto: i coltelli spuntati allo stadio, le scene di linciaggio ben documentate da foto che parlano da sole e l'ordine partito da un settore ben preciso - quello in cui sono collocati gli ultrà del Rione Sanità - non abbiano il retrogusto amaro dell'intimidazione camorristica.



Si può discutere di tutto, ma non di questo. La verità è che per molte delle sigle del tifo estremo, a Napoli, nulla è cambiato se non il potere derivante da situazioni contingenti: vale a dire che chi vince comanda, e chi perde, o è in difficoltà in quella mappa nera che disegna il potere criminale nel capoluogo campano, deve sottostare e obbedire. Che dietro la proditoria aggressione ordinata ai danni dei Mastiffs ci siano i riverberi della faida che insanguina il centro storico di Napoli è innegabile. Forse la verità verrà fuori tra qualche anno, la leggeremo in un'ordinanza cautelare o nelle dichiarazioni di un pentito che racconterà tutto. Ma non serve aspettare il corso della legge per interpretare la Malanapoli in tutte le sue peggiori manifestazioni. Il resto è solo ripetizione delle puntate precedenti. A cominciare dalla stantia descrizione delle sigle che animano il tifo della Curva A. Nella quale sono presenti i Mastiffs (zona del Centro Storico con propaggini che si estendono fino a Ponticelli), i Niss (Niente incontro solo scontri, con centrale a Pianura); il i Fossato Flegreo (che comprende ultrà di Fuorigrotta, Soccavo, il Rione Traiaino e Loggetta); le Teste Matte dei Quartieri Spagnoli; Masseria, che fa riferimento alla zona della Masseria Cardone.



E poi, ancora, ci sono quelli del Bronx, sigla che raggruppa i tifosi di San Giovanni a Teduccio e Barra, e i Vecchi Lions (zona collinare). Tra tutte queste sigle si confondono poi i tifosi - e sono la stragrande maggioranza - che pagano un abbonamento, che al San Paolo vanno per trascorrere una domenica di sport e che magari portano ancora i figli allo stadio per amore del Napoli: le vere vittime di questa assurda violenza, e i destinatari delle punizioni sportive già fioccate e impartite dall'Uefa. Con buona pace dello sport, dei suoi valori di pace, fratellanza e amicizia.



giu. cri.