Napoli: bambino morto nella piscina, pronti gli avvisi di garanzia

Napoli: bambino morto nella piscina, pronti gli avvisi di garanzia
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 26 Luglio 2019, 23:00 - Ultimo agg. 27 Luglio, 22:05
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Si va dal proprietario del locale, ai due sfortunati (e coraggiosi) animatori, per arrivare poi ai due genitori (mai come in queste ore straziati dal dolore per la perdita del proprio bambino). Non potevano mancare verifiche di natura giudiziaria nel dramma del piccolo Davide Marciano, il bambino morto nella piscina del lido Kora di Lucrino, a Pozzuoli, mentre si festeggiava una cerimonia nuziale. 
 
Al momento sono cinque i nomi su cui si stanno concentrando le indagini successive alla morte del piccolo nato in provincia di Caserta, deceduto in circostanze ancora poco chiare tre notti fa. Come è noto è stato trovato senza vita, a galla, in piscina, mentre a pochi passi dal bordo della vasca, un altro bambino era stato soccorso (aveva vomitato) dopo aver azzardato un tuffo in piscina. Il tutto mentre gli adulti erano intenti a vivere la festa di matrimonio.
Inchiesta condotta dal pm Michele Caroppoli, magistrato in forza al pool coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, omicidio colposo è la pista battuta in queste ore. 

Vicenda amara, che rende doverosa una premessa: i cinque nomi al vaglio della Procura sono solo il frutto di una primissima valutazione (anche alla luce degli accertamenti condotti dal commissariato di polizia di Pozzuoli), ma le conclusioni degli inquirenti potrebbero ampliare o ridurre il numero delle iscrizioni nel registro degli indagati. 

Nei prossimi giorni, probabilmente lunedì pomeriggio, verrà eseguito l’esame di autopsia sul corpicino del piccolo Davide, punto di svolta decisivo per capire cosa lo ha sottratto alla vita e alla gioia dei propri cari. 
Ieri mattina sono stati ascoltati - senza un avvocato, quindi da persone informate dei fatti - i due animatori (un ragazzo e una ragazza) che stavano intrattenendo la platea di bambini e che hanno provato a salvare il piccolo con un intervento disperato di respirazione bocca a bocca. 

Non è chiaro se il piccolo sia deceduto per una congestione, per essersi tuffato in acqua a stomaco pieno, se sia caduto in acqua, o se si sia tuffato in piscina per seguire altri bambini, magari più grandi di lui, in quella corsa al refrigerio andata in scena a margine della festa di nozze.
Audizioni e raccolta di testimonianze che hanno fatto emergere alcune criticità: nella struttura ricettiva, non era presente un addetto al salvataggio (un bagnino), anche se non è chiaro se il tuffo in piscina fosse previsto o meno nel corso della serata. 

Stando a quanto emerso finora, sembra che il proprietario della struttura abbia più volte richiamato i bambini a non tuffarsi in piscina, ma si tratta di una circostanza tutta da verificare. I gestori del Kora hanno infatti ribadito che la piscina era chiusa ai tuffi e il bagno in acqua tutt’altro che autorizzato. 

Anche sulla posizione dei genitori del piccolo, la Procura è tenuta a fare chiarezza, nel tentativo di capire se il bambino fosse stato affidato o meno alla custodia di qualcuno in particolare. Vicenda dolorosa, che ha sconvolto un’intera comunità cittadina, che questa sera si riunisce in un momento di preghiera corale (alle 22 la fiaccolata a Maddaloni, dalla chiesa dell’Annunziata), a testimonianza dell’affetto verso la giovane coppia.
Altro punto da sciogliere riguarda eventuali immagini a protezione della struttura ricettiva. Non è scontato che l’area della piscina fosse controllata da impianti di videosorveglianza, quanto basta a rendere decisivi gli esiti dell’autopsia. 
 

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