Deiulemar, ai truffati 20 milioni bloccati in Svizzera

Deiulemar, ai truffati 20 milioni bloccati in Svizzera
di Aniello Sammarco
Martedì 8 Settembre 2020, 13:00
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Gli obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione tornano a riunirsi e toccano con mano i soldi legati al trust bloccato in Svizzera, una delle tante particelle della galassia di beni rientranti nel fallimento che ha coinvolto tredicimila persone, quelle che avevano investito nei presunti bond della società armatoriale la bellezza di 720 milioni di euro. Un incontro, il primo dopo il lockdown, che ha visto la partecipazione di diversi risparmiatori truffati dagli armatori condannati fino in Cassazione. Summit svoltosi presso la casa del combattente di corso Vittorio Emanuele al quale ha preso parte, anche se solo in collegamento telefonico, uno dei componenti del comitato dei creditori, l'avvocato Antonio Cirillo, che è anche il legale di diversi risparmiatori. «È stata un'importante occasione dice uno dei partecipanti per tornare a confrontarci e soprattutto per stabilire le priorità in vista di una stagione che ci vedrà ancora una volta presenti nelle aule dei tribunali».

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A sintetizzare i punti chiave dell'incontro è stata invece Anna Mazza, storica attivista dei comitati nati per volontà dei creditori dopo il crac: «A distanza di otto anni, i truffati Deiulemar non demordono ed intendono ancora lottare per rivendicare i loro diritti, spesso calpestati». Il primo punto affrontato, grazie alla consulenza di Cirillo, è stato appunto quello legato al trust da svariati milioni di euro (una cifra precisa non è stata ancora fatta, si parla anche di 20 milioni di euro, ma il dato sarà certo solo al ritorno della liquidità in Italia). Soldi che se rientrassero nella piena disponibilità della curatela fallimentare, potrebbero contribuire a dare nuova linfa economica al popolo della Deiulemar che attende un nuovo ristoro da più di un anno: «Forse per dicembre, o al massimo per l'inizio del 2021, il riparto potrà essere espletato» dice con toni trionfalistici Anna Mazza.
 


Accanto ai fondi parcheggiati in terra elvetica, il vero punto che tiene desti tutti i creditori dell'ex colosso armatoriale di via Tironi è quello concernente il sequestro conservativo da 393 milioni ai danni della Bank of Valletta. Proprio quest'aspetto e la recente presa di posizione dei vertici dell'istituto maltese, attraverso un documento datato 7 agosto con il quale la banca si dichiara estranea ad ogni addebito, hanno movimentato l'incontro: «Il parere degli avvocati della banca sottolinea Anna Mazza è stato recentemente confermato in modo indipendente dalla principale autorità legale italiana in questo settore. Tale consulenza è stata portata all'attenzione del tribunale». Ciò nonostante la banca maltese ha provato a cancellare la pendenza giudiziaria in corso a Torre Annunziata prima con un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo e poi avanzando alla curatela fallimentare della società di fatto una proposta transattiva da 50 milioni, proposta rispedita al mittente: «Noi come truffati la convinzione dei presenti non dobbiamo farci trovare impreparati alle scelte calate dall'alto. I soldi li abbiamo persi noi e finora abbiamo visto solo le briciole. Chiederemo, con una petizione, un incontro con il comitato dei creditori della società di fatto». Insomma i prossimi mesi si annunciano ancora caldi sotto l'aspetto legato al fallimento Deiulemar. Non è un caso che, come hanno sostenuto gli organizzatori dell'incontro, zdopo tante assemblee e riunione in questi anni, per la prima volta abbiamo osservato volti soddisfatti e speranzosi.
Questo è un buon viatico per continuare su questa strada: ognuno può essere padrone del proprio destino».

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