Don Patriciello in Procura a Napoli dopo la bomba davanti alla sua chiesa: «Incontro che mi fa ben sperare»

Don Patriciello in Procura a Napoli dopo la bomba davanti alla sua chiesa: «Incontro che mi fa ben sperare»
Mercoledì 16 Marzo 2022, 13:59 - Ultimo agg. 20:13
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«È un incontro che mi fa ben sperare»: così, don Maurizio Patriciello, parroco «anti clan» nel tristemente noto parco verde di Caivano, nel Napoletano, ha definito l'incontro avuto stamane con il procuratore di Napoli Giovanni Melillo. In occasione del giorno del suo compleanno, il sacerdote da sempre in prima linea per le sue battaglie anticamorra e contro il fenomeno dei roghi abusivi di rifiuti che hanno devastato la cosiddetta «Terra dei fuochi», è stato vittima di una grave intimidazione: un rudimentale ordigno è stato fatto esplodere da ignori davanti al cancello della sua parrocchia. E sull'accaduto sono in corso indagini e informative sono state fatte pervenire alle Procure di Napoli Nord e Napoli.

Il procuratore di Napoli, fa sapere don Maurizio, «mi ha chiamato sul telefonino per esprimermi la sua solidarietà e per comunicarmi che gli avrebbe fatto piacere ospitarmi.

E stamattina siamo venuti io e il tenente della della nostra caserma di Caivano Antonio La Motta». «Ci siamo confidati le rispettive visioni della di quello che succede a Caivano, nel Parco Verde, nella Terra dei Fuochi, - ha detto ancora don Maurizio - anche lui è stato così caro da raccontare tante cose. Ma ciò che è più importante è che mi ha detto che sarà felice di venire a Caivano per dialogare a parlare con le persone».

«Io ritengo che questa sia una cosa importante - ha sottolineato il parroco - perché io credo nella comunione, che qualcuno chiama sinergia, tra le forze dell'ordine, i Carabinieri e la Polizia, la magistratura, la Chiesa e i cittadini». Per don Maurizio è anche importante «smettere di dare troppa confidenza e anche il voto a certi a certi politici che non hanno buone intenzioni». «Io sono un prete che crede nella speranza - conclude il sacerdote - che è una virtù teologale: alla speranza non si può mai rinunciare. Qualche volta, scherzando, ho detto che siamo condannati a sperare e anche l'incontro di questa mattina mi fa ben sperare». 

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