Estate 2022 a Napoli, blitz della Finanza a Coroglio: «Sequestrate 187 barche»

Estate 2022 a Napoli, blitz della Finanza a Coroglio: «Sequestrate 187 barche»
di Leandro Del Gaudio
Sabato 23 Luglio 2022, 09:00 - Ultimo agg. 24 Luglio, 10:20
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Allacci illegali, a colpi di cemento armato, fusti sottomarini per ancorare le barche in modo rigorosamente illegale. Uno scenario di usurpazione delle acque marine, che ha reso necessario il blitz della Guardia di Finanza e della Capitaneria di porto, ieri in azione in uno degli specchi d'acqua più belli al mondo: il blitz è scattato nelle acque di Coroglio, puntuale come il caldo di stagione, facendo emergere una frontiera illegale che riguarda mondi diversi. Quello dei signori delle boe abusive, che affittano posti barca rigorosamente in nero; degli incassi da centinaia di migliaia di euro; ma anche della compiacenza di tantissimi napoletani e visitatori, che non hanno avuto alcuna esitazione a parcheggiare i propri natanti in spazi non consentiti.

Ma andiamo con ordine, a partire dai numeri dell'ennesima operazione condotte nelle acque del versante occidentale della costa partenopea: sequestrata un'area di 40mila metri quadrati, con ben 187 imbarcazioni ormeggiate che finiscono inevitabilmente sotto sigillo.

Inchiesta sulla irregolarità delle concessioni demaniali, che ha visto in azione i militari della Stazione navale di Napoli e personale del nucleo di polizia giudiziaria e del secondo nucleo Operatori subacquei della Capitaneria di Porto: operazione congiunta che ha consentito di porre sotto sequestro uno specchio acqueo occupato in modo interamente abusivo. 

 

Ma proviamo a seguire il lavoro dei sommozzatori, alla luce delle perlustrazioni marine effettuate in questi giorni. In sintesi, l'ispezione subacquea ha consentito di rilevare i «vari sistemi di ancoraggio costituiti da grossi massi o bidoni in cemento, collegati tra loro da catenari, a cui erano ormeggiate in modo precario e non autorizzato, le varie unità da diporto». Un'attività illecita, che avrebbe prodotto ai gestori un guadagno non dichiarato complessivo di circa 225mila euro. Sono state sequestrate 187 barche ormeggiate irregolarmente e sono stati segnalati all'autorità giudiziaria i 6 gestori dell'area abusiva per invasione dei terreni o edifici e abusiva occupazione dello spazio demaniale, secondo quanto sancito dal Codice della Navigazione. Ora i singoli proprietari delle barche dovranno rivolgersi all'autorità giudiziaria per chiedere il dissequestro, oltre a rispondere a una serie di quesiti, proprio in relazione ai contatti in campo per ottenere un posto nel mare di Coroglio. Ma chi c'è dietro questo potenziale scempio nei fondali marini? Ci sono soggetti capaci di creare sistemi di collegamento e di ancoraggio a corpo morto, grazie a una rete di punti fermi che vengono fissati nelle profondità delle acque costiere. Cemento e boe abusive, per garantire l'ormeggio, in una sorta di scacchiera che si riproduce ogni anno. E che fa leva sempre e comunque sugli stessi punti di riferimenti. Un andazzo gestito da poche persone, che controllano un parco clienti che cresce ogni anno, a considerare i numeri delle singole operazioni. Sei signori della sosta marittima, che incassano fino a 1500 o 2000 euro al mese, che controllano numeri di telefono e contatti privati. Un anno fa, questo giornale fece emergere la rete di clienti, costituita da soggetti insospettabili - tra professionisti, commercianti e persone ben inserite nel tessuto cittadino - che non hanno alcuna esitazione a piazzare le proprie barche in specchi di acqua occupati in modo illegale da boe abusive. Spiega Pasquale Di Fenza, componente della commissione demanio del consiglio regionale: «Ben 187 cittadini sono corresponsabili per aver alimentato le casse di un'organizzazione abusiva e giuridicamente non legittimata a svolgere tale attività, bisogna ora verificare eventuali interessi della malavita organizzata nella gestione delle boe illegali». 

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