Faida di camorra a Ponticelli, l'allarme: «Tre clan in guerra, è incubo vendetta»

Faida di camorra a Ponticelli, l'allarme: «Tre clan in guerra, è incubo vendetta»
di Luigi Sabino
Venerdì 1 Ottobre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 2 Ottobre, 09:39
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I clan di Ponticelli pronti allo scontro totale. Con il rischio di vendette e di un clamoroso effetto domino che potrebbe coinvolgere altri quartieri dell'area orientale. È questo l'allarme lanciato dalle forze dell'ordine all'indomani dell'ordigno esploso in via Luigi Piscettaro, a pochi metri di distanza dall'abitazione del boss Marco De Micco, capo dell'omonimo sodalizio criminale. Un atto intimidatorio in piena regola, spiegano gli investigatori, e finalizzato a mettere un freno alle ambizioni dei Bodo, come i De Micco sono conosciuti negli ambienti criminali di Napoli est. Dal momento della sua scarcerazione, infatti, Marco De Micco avrebbe ripreso le redini della sua organizzazione e, forte dell'alleanza con la famiglia De Martino del rione Fiat, ha ricominciato a dettare legge. Un ritorno che, però, non sarebbe stato accettato passivamente dalle altre formazioni criminali che operano nell'area, a cominciare dai Minichini-De Luca Bossa, il clan del Lotto 0 che, per anni, è stato protagonista di una violenta faida proprio con i De Micco. Sono loro i principali sospettati per l'attentato di via Piscettaro. 

Non a caso, pochi giorni prima, al termine di un inseguimento iniziato in via delle Metamorfosi, sono stati arrestati 5 soggetti ritenuti vicini al clan del Lotto 0, uno dei quali, nel tentativo di coprirsi la fuga, non aveva esitato a puntare contro l'equipaggio di una volante, un fucile mitragliatore.

La loro cattura, verosimilmente, ha impedito che portassero a termine un'azione intimidatoria nei confronti proprio dei De Micco. Non solo. I Minichini-De Luca Bossa non sono nuovi all'utilizzo di ordigni rudimentali. Nella scorsa primavera, infatti, il sodalizio fu protagonista di alcuni attentati ai danni del gruppo De Martino, falange armata dei Bodo. In uno di questi, un commando non esitò a lanciare una bomba rudimentale da un cavalcavia nel tentativo di colpire i rivali che erano soliti radunarsi in un'area di sosta sottostante. Tuttavia, l'onda d'urto investì l'autovettura su cui viaggiavano gli attentatori, facendo esplodere gli airbag e mettendola, quindi, fuori uso. Le indagini, in poche settimane, permisero di individuare e arrestare i responsabili, tutti affiliati alla cosca del Lotto 0.

 

I Minichini-De Luca Bossa, tuttavia, non sono gli unici sospettati per la bomba di via Piscettaro. Nelle ultime ore, infatti, gli investigatori hanno iniziato a battere anche un'altra pista, quella che porta al Parco Conocal, un tempo roccaforte della cosca D'Amico, i famigerati frauella. Acerrimi nemici dei Bodo, soprattutto dopo che questi ultimi sono stati accusati dell'omicidio di Nunzia D'Amico, i fraulella, fino a qualche tempo erano considerati ormai un ricordo. Decimati dagli arresti i D'Amico erano finiti per sottostare alle altre organizzazioni criminali di Ponticelli, cui pagavano il pizzo per poter continuare a gestire lo spaccio di droga all'interno dei palazzoni di via Al Chiaro di Luna. Poi, l'improvvisa riscossa, affidata a un giovanissimo esponente direttamente imparentato con i D'Amico che, insieme a un gruppo di coetanei, ha riconquistato la propria autonomia a colpi di pistola. Il gruppo, inoltre, solo pochi giorni fa è stato rinforzato da una scarcerazione eccellente, quella di Maurizio Costanzo, vecchio esponente dei D'Amico. Ipotesi per il momento a cui va aggiunta quella più inquietante ossia che i nemici dei De Micco possano decidere di fare fronte comune come già accaduto anni fa.

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