Lungomare di Napoli, ristoranti pronti alla riapertura con tavoli dimezzati: «Ma i costi di sanificazione sono troppo alti»

Lungomare di Napoli, ristoranti pronti alla riapertura con tavoli dimezzati: «Ma i costi di sanificazione sono troppo alti»
di Paola Marano
Mercoledì 20 Maggio 2020, 16:15 - Ultimo agg. 19:35
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Brulicano di addetti ai lavori i ristoranti del Lungomare di Napoli, che alla vigilia della riapertura in Campania sfruttano queste ultime ore per adempiere gli adeguamenti ai locali previsti dai protocolli sanitari.
Una via Partenope ancora deserta di persone e battuta dalla pioggia, con tavoli all’esterno da sistemare, sedie ancora accatastate, e dispositivi di sanificazione in allestimento.

I ristoratori però sperano nel buon tempo dei prossimi giorni per accogliere, già dall' ora di pranzo di domani, i primi clienti. Con una amara certezza: la distanza di un metro tra tavoli e sedie ha ridotto quasi per tutti i coperti del 50 per cento, e i costi delle operazioni di messa in sicurezza dei luoghi e delle persone pesano sulle spalle dei titolari già vessati dalla crisi economica provocata dal Coronavirus.  «Per sanificare un ristorante con tutte le attrezzature ci vogliono dai 2500 ai 3mila euro, io ho comprato 2000 mascherine solo per i dipendenti», spiega Fabio Amabile del ristorante Hachè, sottolineando che la loro attività è quella di «fare i ristoratori non il primo soccorso di un ospedale». Il ristorante di Fabio può contare su una superficie esterna di 162 metri quadri, che una volta ospitava 140 coperti. «Oggi ne possiamo avere un'ottantina», precisa il titolare.
 


Anche per il ristorante - pizzeria i Re di Napoli la riduzione dei tavoli si stima attorno al 40 per cento «ma vogliamo ripartire comunque  -  afferma Vincenzo - perché non ce la facevano più». Sono ore in cui del cauto ottimismo fa capolino tra i gestori dei locali, ma preoccupa l’assenza di visitatori in città. «Le attività sulla strada di via Partenope hanno sempre lavorato con tantissimo turismo non solo estero ma anche nazionale -  osserva Vincenzo -  Noi ci auguriamo che quanto prima possa tornare tutto normale perché sarebbe una perdita enorme per Napoli e per il lavoro».
 
La capienza della trattoria Pupella, invece, è completamente dimezzata: 90 coperti a fronte dei 180 disponibili prima del lockdown. «Partiamo con la speranza di lavorare e di fare bene , speriamo che le persone vengano nel rispetto di tutti i protocolli - commenta Daniele - Misureremo la temperatura a tutti i clienti».
 
 

E c’è chi, tra i dipendenti messi in cassa integrazione per via dell’emergenza sanitaria, lancia un appello al governo per velocizzare le procedure di pagamento. «Non si vede una lira da marzo, oggi siamo a fine maggio e non abbiamo ancora ricevuto niente – evidenzia Salvatore mentre è intento a preparare gli ingredienti della pizza -  Conte parlo di una potenza di fuoco, ma qua a fuoco stiamo andando solo noi».
 

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