È il giorno di acconciatori ed estetisti. Oggi alle 11, presso l'auditorium della Regione Campania al centro direzionale, le associazioni di categoria incontreranno il governatore Vincenzo De Luca, per mettere a punto il piano per la ripresa delle attività. La parola d'ordine resta «cautela», ma si va spediti verso una riapertura anticipata al 18 maggio e non più il 1 giugno, come sembrava fino a sette giorni fa. Acconciatori ed estetisti sono sul piede di guerra e pressano affinché si possa tornare al lavoro quanto prima. «Fateci riaprire è più sicuro» sostiene Antonio Cataldo, presidente della Claai Campania, associazione datoriale delle imprese artigiane (prima categoria per numero di associati è quella degli acconciatori, circa mille solo a Napoli, e poi gli estetisti circa 600).
«La riapertura delle attività di cura della persona rimarca Cataldo -, non solo è più semplice di quella di altri settori, alla luce della nostra decennale esperienza nel rispetto delle norme di salvaguardia dell'igiene e della sicurezza personale, ma, soprattutto, è necessaria per fermare le attività a domicilio fatte in assenza di misure igieniche». La prolungata chiusura delle attività, di oltre due mesi, connessa all'allentamento del lockdown rischia di incentivare sempre di più l'esercizio delle professioni in forma abusiva, come la stessa Claai denuncia. «Presso i domicili privati della clientela, da parte di soggetti privi dei requisiti professionali, con conseguente danno economico e fiscale per l'erario e, soprattutto, con l'aumento del rischio epidemico, stante l'impossibilità di adozione di qualsivoglia precauzione e prescrizione sanitaria». Le associazioni datoriali chiedono dunque la riapertura delle attività, già dal 18 maggio, per «consentirci evidenziano gli operatori - di difendere la salute dei clienti e degli lavoratori».
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Tra le ipotesi sulle quali la task force dovrà ragionare per formulare il protocollo da seguire ci sarà, con ogni probabilità, l'obbligo di lavorare soltanto su appuntamento evitando così assembramenti nelle sale d'attesa. Ma non solo. Bisognerà comunque e in ogni modo preoccuparsi di garantire le misure e i protocolli di sicurezza, anche quelli più stringenti. Tra le proposte della Claai: «Adottare orari di apertura flessibili con turnazione dei dipendenti; utilizzare non solo i dispositivi di protezione individuale previsti, come la mascherina e guanti, ma anche camici monouso, o a lavaggio giornaliero, oltre a quelli già previsti per il settore; e sanificare le postazioni e gli ambienti di lavoro dopo ogni utilizzo, con i prodotti previsti dalle normative».
Dalla Camera di Commercio di Napoli arriva invece un'iniziativa digital: «Abbiamo avviato la realizzazione di una app gratuita per acconciatori, barbieri, tatuatori e centri abbronzanti - fa sapere Fabrizio Luongo, vice presidente dell'ente camerale - e sarà pronta per la riapertura delle attività. Sarà previsto il pieno rispetto della privacy e servirà solo per la prenotazione. Molte imprese big hanno già la propria app, ma dobbiamo educare tutti gli imprenditori e soprattutto l'utenza ad utilizzare modalità sicure e più immediate per prenotarsi. Con questo problema dovremmo convivere probabilmente fino a gennaio, febbraio del prossimo anno e questa app può essere utile per risolvere diverse problematiche». Luongo, che è anche uno storico dirigente di Casartigiani, ammette che per l'intero comparto «c'è bisogno di certezze. Non possiamo fare come per le pizzerie, che si decide di riaprirle il venerdì per il lunedì.