Fase 2 in Campania, l'appello dei balneatori: «Pronti a sanificare i lidi ma fate presto»

Fase 2 in Campania, l'appello dei balneatori: «Pronti a sanificare i lidi ma fate presto»
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 11 Maggio 2020, 08:30 - Ultimo agg. 08:33
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Chiringuito chiusi, lettini nei magazzini e, sullo sfondo, il mare cristallino che per ora sembra avere più le sembianze di un miraggio. Se il presidente Conte ha assicurato che l'estate degli italiani sarà sulle spiagge, per ora la battigia napoletana è quasi deserta. Poche persone che passeggiano, qualche temerario con il telo sulla sabbia a prendere il sole inconsapevole che nella babele di ordinanze tra Governo, Regioni e Comuni può sempre spuntare un agente a spiccare un verbale. La buona notizia è che non sarà così ancora per molto, almeno in Campania, dove già domani il governatore De Luca incontrerà le associazioni dei balneari per fissare le prime regole dell'estate 2020, quella della convivenza con il Covid-19. Sul tavolo la possibilità di concedere le prime aperture dei lidi già a partire dalla prossima settimana.

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Per ora ai proprietari degli stabilimenti balneari è stato concesso solo di iniziare i lavori di manutenzione. Come al lido Beach Brother di Miseno, a Bacoli, dove i proprietari hanno cominciato con vernice e pennelli a tirar via dalle staccionate le incrostature dell'inverno e così stanno facendo tutti gli stabilimenti della provincia. «Abbiamo iniziato anche a sanificare - spiega Guglielmo Veca, titolare del lido dove fu girato L'amico del Cuore di Vincenzo Salemme - ma non sappiamo se e quando apriremo e, soprattutto, come». Una data per la riapertura nessuno l'ha ancora fissata, in Campania le associazioni del settore spingono per l'apertura al 18 maggio, il prossimo lunedì, ma è una speranza più che una richiesta. La convinzione è che le autorità daranno il via libera dopo la Festa della Repubblica del 2 giugno. Ma intanto, mentre si aspettano queste decisioni, sono a migliaia i lavoratori stagionali che attendono notizie. Ogni lido da quelli di città come a Marechiaro o in provincia come a Varcaturo non ha ancora proceduto a richiamare bagnini, inservienti, baristi, cuochi.
 


Gli stabilimenti hanno richiamato in servizio per la stagione estiva due o tre lavoratori, gli altri dovranno aspettare. All'incontro di Palazzo Santa Lucia le associazioni presenteranno un codice di comportamento per riaprire in sicurezza. Non ci saranno i fantomatici separatori in plexiglass, ma gli ombrelloni saranno noleggiati alle famiglie e posti a una distanza di almeno cinque metri. Almeno tre metri ci saranno tra le file dei lettini mentre gli ingressi saranno contingentati fino ad esaurimento posti. Molti lidi stanno prevedendo di organizzare un servizio di prenotazione tramite app, almeno per i giorni festivi e i weekend. Per bibite e pasti si prevede di servirli con il servizio-spiaggia con camerieri in mascherina tra i lettini per evitare file ai bar. L'idea in Regione è concedere gradualmente l'accesso ai bagnanti e verificare già a maggio se le regole fissate possano funzionare in vista dell'alta stagione. Come si è fatto con il cibo da asporto potrebbe esserci una sorta di stress-test, pronti a tornare indietro in caso di assembramenti e comportamenti errati. C'è però fiducia dal momento che all'aria aperta e su spazi ampi è più semplice assicurare il distanziamento fisico.

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C'è attività anche al Comune di Napoli dove l'assessore con la delega al Mare, Francesca Menna, ha già stilato un protocollo per le spiagge libere. «Metteremo corde e paletti - spiega Menna - per delimitare gli spazi, senza soluzioni invasive e permettere a tutti di fare il bagno. Speriamo il governo ci aiuti con i fondi. Giovedì ho invece intenzione di incontrare le associazioni dei balneari». Il dilemma dei titolari degli stabilimenti è la proroga delle concessioni demaniali.
Il ministro del Turismo, Dario Franceschini, si è impegnato a rinnovare le licenze fino al 2033. Pende sui 30mila concessionari la direttiva europea Bolkestein che fisserebbe la scadenza delle concessioni al 2020. Un problema di più per chi ha subito l'impatto più pesante dalla crisi Coronavirus. Con la tagliola del 2020 è infatti ancor più complesso accedere ai finanziamenti agevolati predisposti dal Governo dal momento che non vi è certezza se quelle attività resteranno aperte. 

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