Fincantieri Castellammare, l'ultima battaglia: ​«No allo scalo delle crociere»

Fincantieri Castellammare, l'ultima battaglia: «No allo scalo delle crociere»
di Fiorangela d'Amora
Sabato 26 Giugno 2021, 08:14 - Ultimo agg. 27 Giugno, 09:04
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Hanno urlato «Lavoro, lavoro», dal cantiere di via Duilio fino a Piazza Giovanni XXIII. Torna la stagione degli scioperi operai per Castellammare e a scendere in piazza sono i lavoratori della Fincantieri che temono il ridimensionamento dello storico cantiere navale. Castellammare diventerà infatti polo croceristico grazie alla modifica della banchina del porto commerciale, che dovrebbe essere allungata di 400 metri e raddrizzata. Quel braccio di cemento finora ad uso esclusivo di Fincantieri, perché prolungamento del cantiere, dovrebbe diventare lo scalo di turisti e approdo per navi di grosso calibro. Il progetto dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno della Campania è stato presentato martedì scorso al Comune di Castellammare. La bozza rientra nel documento di Pianificazione Strategica dell'Authority - che poi porterà all'approvazione del Piano Regolatore Portuale - senza il quale non si potranno impiegare i fondi del Recovery Fund. I tempi sono stretti ed ora tocca al Comune presentare, entro 45 giorni, le proprie osservazioni al piano. Per questo motivo ieri mattina gli operai Fincantieri hanno marciato fino a Palazzo Farnese, chiedendo «lavoro e rispetto». Due ore di sciopero proclamate con le tre sigle sindacali Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm: «Ribadiamo con fermezza che non permetteremo a nessuno che venga ceduto nemmeno un millimetro delle nostre aree destinate alla costruzione navale». 

Gli operai, che ieri mattina hanno attuato un sit-in in piazza Giovanni XXIII mentre una delegazione veniva ricevuta dal sindaco Gaetano Cimmino, temono che l'arrivo delle navi da crociera sia l'inizio del ridimensionamento del cantiere. «I lavoratori sono fortemente preoccupati - ha spiegato poi il sindaco - e li ho rassicurati riguardo la nostra assoluta e totale volontà di preservare e potenziare il ruolo strategico del nostro cantiere navale. La cantieristica e il polo crocieristico possono e devono coesistere grazie agli investimenti di tutti i soggetti interessati, Regione e azienda». Cimmino chiederà in Prefettura la convocazione di un tavolo tecnico con tutte le parti in causa, ma intanto gli animi sono bollenti. I lavoratori chiedono all'azienda un faccia a faccia presso l'Unione Industriali e attraverso Biagio Trapani e Francesco Griffo, rispettivamente segretari generale della Fim Cisl Napoli e territoriale Fincantieri, accusano Fincantieri di avere un atteggiamento «sempre più silente, che sembra allontanarsi dalla città».

I sindacalisti rimarcano che il piano di rilancio del cantiere non è mai partito. «Sono trascorsi più di due anni da quando l'azienda ha presentato alle organizzazioni sindacali i progetti che prevedevano l'abbattimento dello scalo e la possibilità di costruire un naviglio intero di dimensioni maggiori. Il piano è legato a investimenti importanti, congiuntamente a una quota parte delle istituzioni regionali e nazionali, per un importo complessivo di 110 milioni di euro. Ma fino ad oggi nulla si è mosso». Trapani e Griffo incalzano: «Ci fu detto che ci sarebbe stata una modifica del layout del cantiere in modo da razionalizzare gli spazi e rendere più fluide le produzioni, alcuni settori produttivi dello stabilimento sarebbero dovuti diventare poli all'avanguardia dell'intero gruppo e si sarebbe rimodellata la pannel-line per aumentare la qualità del prodotto. Invece si continuano a costruire tronconi e ci si è strutturati solamente per essere l'officina dei cantieri del nordest. Mentre l'Autorità portuale mette al centro del rilancio dell'area stabiese progetti turistici relegando l'attività industriale di Fincantieri in un angolino». 

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