Bruciato vivo a Frattamaggiore, interrogato l'aggressore: ipotesi vendetta dopo il furto di uno scooter

Bruciato vivo a Frattamaggiore, interrogato l'aggressore: ipotesi vendetta dopo il furto di uno scooter
di Marco Di Caterino
Domenica 3 Luglio 2022, 22:58 - Ultimo agg. 5 Luglio, 09:55
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È stato portato in commissariato il presunto responsabile del tentato omicidio di Nicola Liguori, lo “svuotacantine“ di Frattamaggiore cosparso di benzina e poi dato alle fiamme, nella notte tra giovedì e venerdì scorso, mentre era in videochiamata con la fidanzata. L’uomo, Pasquale Pezzella, 36 anni, residente nel quartiere delle case popolari dove si è consumato il dramma, è stato rintracciato dagli agenti presso l’abitazione del padre, nella zona cosiddetta del 100 alloggi, poco distante da viale Tiziano dove è avvenuto il tentato omicidio. Al momento il fermato è sotto interrogatorio. La svolta in questa terribile vicenda, il cui movente sarebbe da ricercare nella sparizione di un vecchio scooter di Pasquale Pezzella, è avvenuta nella prima serata di ieri, grazie alla dettagliata denuncia della mamma e del fratello della vittima. Sono state ore difficili, per Anna Liguori e per il figlio Biagio Castaldo, che temevano ritorsioni. Ma la rabbia e il dolore per la sorte del fratello, 34 anni e padre di una bambina, ora in coma farmacologico e in imminente pericolo di vita al Centro grandi ustionati del Policlinico di Bari, sono prevalsi in Biagio che ha deciso di andare alla polizia per raccontare tutto.

«La cosa più difficile – ha detto Biagio – è stato convincere mia mamma.

Terrorizzata come non mai. Quella maledetta notte si è trovata di fronte all’improvviso mio fratello completamente nudo, le fiamme avevano carbonizzato sulla sua pelle tutti gli indumenti che indossava. Negli ultimi istanti di lucidità, Nicola le ha gridato: Mamma scappa via, e porta con te anche mia figlia. Quello è capace di venire a bruciare anche te». Ma le sequenze drammatiche non erano ancora terminate. «Se Nicola non è morto, è perché le sue urla sono arrivate fino in cielo, un uomo è sceso con una coperta e gliel’ha buttata addosso, lui si era istintivamente buttato per terra dopo aver fatto pochi passi. Ho adagiato mio fratello sui sedili della mia macchina. Si lamentava forte. Era tutto un dolore. Ho impiegato meno di due minuti per arrivare al pronto soccorso dell’ospedale di Frattamaggiore. In macchina gli ho chiesto chi lo aveva ridotto in quello stato. E Nicola, che ha un fisico possente, ha avuto la forza e la lucidità di indicare in Pasquale Pezzella e in un suo amico quelli che lo avevano cosparso di benzina e poi avevano appiccato il fuoco con un accendino. Ed è riuscito poi a spiegarmi anche il motivo». Il racconto di Biagio Castaldo si blocca, vinto da una forte emozione. Senza rabbia. Secondo la ricostruzione e le accuse a Pasquale Pezzella, mormorate dalla vittima su una barella del pronto soccorso del San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, prima delle fiamme c’era stato un battibecco con il presunto responsabile del tentato omicidio. Questi, che abita in uno degli edifici che danno sulla cappella della Madonna dove è ubicata la panchina sulla quale sedeva la vittima mentre parlava in videochiamata con la fidanzata, sentendo la voce di Nicola si era affacciato alla finestra. E gli avrebbe intimato di stare zitto perché disturbava. La vittima gli ha risposto per le rime. E di rimando, Pasquale Pezzella lo ha apostrofato: «Zitto mariuolo, ti sei rubato il mio motorino». Appunto la questione della sparizione del motorino potrebbe essere il movente del tentato omicidio. Dice Biagio Castaldo: «Nicola mi aveva confidato che questo Pasquale lo accusava del furto di uno scooter in disuso, lasciato in sosta sotto la sua abitazione. Una falsità, io ho un mezzo quasi uguale a quello sparito ma molto più nuovo».

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All’accusa di essere un ladro, quella notte Nicola Liguori reagisce con veemenza e “invita” il suo accusatore a scendere per un chiarimento faccia a faccia. Cosa che non è mai avvenuta. Perché, secondo quanto raccontato da Nicola al fratello, Pasquale Pezzella si sarebbe ritirato in casa, senza scendere. Se non qualche minuto dopo. La vittima ha raccontato al fratello che mentre conversava con la fidanzata, dopo quell’alterco, all’improvviso è stato investito da fiotti di benzina. In un gesto istintivo si è girato, trovandosi faccia a faccia con Pasquale Pezzella che giù aveva in mano un accendino acceso, con il quale ha appiccato le fiamme. Con lui, secondo quanto è riuscito a dire la vittima, c’era un’altra persona, un certo “Nicolino”, che ora viene cercato dagli inquirenti. Mentre in commissariato Pezzella viene ascoltato fino a notte. Una storiaccia.

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