Frode a Bobby Solo a Napoli, i pm cercano i pirati dei suoi evergreen

Frode a Bobby Solo a Napoli, i pm cercano i pirati dei suoi evergreen
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 11 Febbraio 2021, 10:34 - Ultimo agg. 13:16
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Conti correnti di quattro soggetti napoletani, al centro di una sorta di intrigo internazionale: un affare interamente fondato sul saccheggio dei diritti di autore di alcuni successi di Bobby Solo. Passano da Napoli le verifiche sul giro di quattrini che ruota attorno a due filoni paralleli: la pirateria informatica (che consente di scaricare testi, brani, audio e video); e l'uso del copyright alle spalle di autori di riconosciuta fama internazionale.


In questo scenario, a fare la prima mossa è il cantante Bobby Solo, che ha presentato una denuncia alla Procura di Napoli, nel tentativo di veder tutelata la sua immagine, grazie a un intervento su un doppio livello: impedire il download abusivo dei propri testi; impedire che qualcuno, al suo posto, si presenti a incassare i diritti per l'uso delle sue canzoni in tutto il mondo.


Ma proviamo a fare chiarezza, proviamo a ripercorrere le mosse del cantante di origini romane - all'anagrafe Roberto Satti -, in passato vincitore di Sanremo e protagonista di tanti successi, a partire dagli anni Sessanta.

Partiamo dall'ipotesi di truffa. Difeso dall'avvocato Salvatore Pettirossi (e sostenuto dal lavoro dei consulenti statunitensi della Emme team), il cantautore 76enne sostiene che qualcuno avrebbe intascato i diritti di brani famosissimi come Una lacrima sul viso, Se piangi, se ridi.


In che modo? Nel corso dei decenni, i diritti sarebbero stati depositati in America da persone estranee all'ufficio federale statunitense, tanto da essere poi utilizzati come garanzia per ottenere prestiti bancari. Sempre secondo la denuncia, c'è chi ha ottenuto un prestito di 200mila dollari, dimostrando di essere il proprietario dei diritti di questa o quella canzone di Bobby Solo. Verifiche in corso, ipotesi di violazione dei diritti (frode), grazie a una ridefinizione di contratti per la gestione del copyright su cui oggi viene chiesta chiarezza. Nella denuncia, vengono fatti i nomi di soggetti che avrebbero ricapitalizzato il contratto dagli anni Novanta al primo decennio del Duemila.


Stando all'esposto, «decine di società italiane ed estere avrebbero distribuito i brani musicali di uno degli artisti italiani più famosi nel mondo, senza riconoscere i dovuti compensi all'autore e senza presentargli un rendiconto sulle vendite».


Si tratta, si legge nella denuncia in nome e per conto di Bobby Solo, di «una frode andata avanti per oltre 30 anni che è arrivata al termine dopo che l'artista ha chiesto di indagare. Versioni delle canzoni di Bobby Solo sono state realizzate in francese, tedesco, inglese, coreano, cinese e giapponese, senza che il compositore potesse percepire quanto dovuto».
Ora il furto sarebbe stato finalmente bloccato, in uno scenario in cui sono stati denunciati i responsabili, «facendo in modo che l'artista tornasse finalmente proprietario della musica da lui composta».


GLI HACKER
Altra storia invece il filone legato alla pirateria, al download di brani di successo, senza versare i diritti. Un filone di indagine su cui è al lavoro il pm Sergio Raimondi, magistrato in forza al pool guidato dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Anche in questo percorso investigativo, vengono indicati i nomi dei presunti protagonisti della trama criminale. Viene fatto il nome di un tedesco che vive a Londra e che sarebbe collegato ad altri personaggi operativi su uno scenario internazionale. Tra questi, alcuni soggetti che hanno acceso conti correnti a Napoli. Quanto basta a spedire una denuncia alla Procura partenopea, per chiedere verifiche sul tema. Sl momento sono stati identificati 32 siti internet privati, tutti però riconducibili alla stessa trama delinquenziale, che avrebbe consentito di scaricare film, testi musicali e quant'altro ancora dovrebbe essere tutelato dalle regole del diritto di autore.

Un filone tutto da esplorare, anche perché di recente, proprio a Napoli, i consulenti italo statunitensi in campo a tutela di Bobby Solo, hanno presentato una corposa documentazione riguardante un presunto giro di pirateria audiovisiva (stimata in 500-600 milioni di euro l'anno). Un volume di affari milionario, sul quale sono al lavoro diverse Procure - oltre Napoli anche altri uffici inquirenti - che ora attende un punto di chiarezza da parte degli investigatori.

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