Caccia all'energia geotermica, trivelle in sei comuni del Napoletano

Progetto presentato dalla società bolzanina Fri-El Geo: la città di Napoli ha già un'infrastruttura adatta

Le aree di ricerca dal progetto della Fri-El Geo
Le aree di ricerca dal progetto della Fri-El Geo
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Giovedì 25 Maggio 2023, 19:15 - Ultimo agg. 23:57
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Parte ufficialmente la caccia all’energia geotermica nel Napoletano, la apre la Fri-El Geo, azienda di Bolzano specializzata nel settore, che ha deciso di puntare anche al Sud dopo aver sperimentato l’iniziativa in pianura Padana e nel Nordest. 

La mappa che vedete in cima a questa pagina è estratta dalla documentazione ufficiale: all’interno del perimetro disegnato, che comprende sei comuni (Napoli, Pozzuoli, Marano, Giugliano, Quarto e un pezzettino di Bacoli) verrà lanciata una campagna di studi al termine della quale si individueranno le aree nelle quali è più utile iniziare le trivellazioni, poi partiranno i carotaggi, a caccia delle sacche d’acqua bollente da portare in superficie e da utilizzare per il riscaldamento.

Di iniziative analoghe, nei Campi Flegrei, ne sono state realizzate diverse, anche di recente, con risultati non sempre lusinghieri e non sempre tranquillizzanti. L’idea che qualcuno vada a perforare un territorio vulcanico, e sismico, mette i brividi, nonostante le rassicurazioni che vengono da Bolzano: «Per adesso siamo semplicemente alla fase di studio - spiega Andrea Ferrara, responsabile delle relazioni industriali di Fri-El Geo - occorrerà almeno un anno prima di concluderla.

Poi arriverà la fase operativa, sarà necessario ottenere il permesso dalla Regione Campania per eseguire i sondaggi. Ma il passaggio determinante sarà quello del confronto con il territorio». L’assessore all’ambiente, e vicepresidente della Regione, Fulvio Bovanitacola, sulla questione, però preferisce non intervenire: «Abbiamo altre urgenze, di questa vicenda non è il momento di parlare».

Dall’azienda spiegano che non verrà avviata nessuna trivellazione se prima non ci sarà un confronto con il territorio, al termine del quale, se tutti si diranno convinti dell’utilità dell’intervento, si procederà. È previsto il coinvolgimento dei sindaci, dei consigli comunali e, se necessario di assemblee aperte a tutta la cittadinanza nelle quali chiarire dubbi e avere la certezza che nessuno percepisce come pericolosa o invasiva la ricerca dell’energia geotermica.

In parole povere si tratta di andare a «caccia» di grandi bacini d’acqua che si trovano a grande profondità e sono, naturalmente, riscaldati dal calore della terra. Quell’acqua viene portata in superficie e incanalata in tubature che la distribuiscono negli impianti di riscaldamento; una volta compiuto il suo percorso l’acqua torna da dov’era stata prelevata, riprende a riscaldarsi e viene costantemente utilizzata.

Il progetto prevede che la gestione dell’impianto geotermico, quando si individua una zona adatta, venga affidata a una società mista che ipotizza anche la partecipazione dell’amministrazione locale. Dopo aver individuato la fonte di calore è necessario realizzare un’infrastruttura in grado di trasportare l’acqua nei condomini o dovunque si decida di utilizzarla, per cui è necessario anche un programma di investimento specifico per il trasporto e l’allacciamento della fonte di calore che, secondo l’azienda, è l’unica vera alternativa green nel settore del riscaldamento.

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C’è una parte del progetto che riguarda anche la città di Napoli. Secondo le prime informazioni raccolte dalla Fri-El, il capoluogo sarebbe già dotato di un’infrastruttura destinata al metano e mai utilizzata, quindi sarebbe meno invasiva la svolta verso la geotermia. A Napoli c’è l’ipotesi di andare a sondare aree nella zona di Bagnoli e di Agnano: entrambe zone fortemente vulcaniche per le quali le preoccupazioni crescono a dismisura: «Saremmo lieti di parlarne con Gaetano Manfredi - spiega Andrea Ferrara da Bolzano - il sindaco è un ingegnere, comprenderà subito tutti i dettagli, siamo certi che il progetto gli piacerà».

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