Green pass al via in Campania, trecentomila i lavoratori senza card: a rischio le mini aziende

Green pass al via in Campania, trecentomila i lavoratori senza card: a rischio le mini aziende
di Valerio Iuliano
Mercoledì 13 Ottobre 2021, 23:53 - Ultimo agg. 14 Ottobre, 16:17
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L’obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro scatterà ufficialmente a mezzanotte. Nelle aziende sono in via di definizione le procedure per lo svolgimento delle verifiche. In Campania i lavoratori privi della “certificazione verde” sfiorano verosimilmente le 300mila unità. Tutti i datori di lavoro privati dovranno completare entro oggi la policy sui controlli, con un documento nel quale l’imprenditore deve descrivere le modalità. Non mancano le perplessità e i nodi da sciogliere, soprattutto tra le microimprese. 

La Campania è una delle regioni con il più alto numero di lavoratori dipendenti. In tutto 1milione200mila, includendo i 920mila del settore privato e i 280mila dipendenti pubblici. E a questi bisogna aggiungere gli oltre 300mila autonomi. Il totale che si ricava dai dati Inps, relativi al 2020, è di 1milione554mila378. Una stima approssimativa sul numero di lavoratori senza Green pass si può ricavare dal confronto con le percentuali di non vaccinati dell’intera regione. La percentuale di cittadini campani senza dosi corrisponde al 17,6% della popolazione vaccinabile. Applicando la stessa percentuale al totale delle unità lavorative, si ottiene un numero pari a circa 273mila dipendenti. Naturalmente si tratta solo di una stima. Tuttavia si può intuire che la realtà non sia molto lontana da queste cifre. 

Nelle grandi fabbriche sono già stati ultimati i protocolli condivisi con le organizzazioni sindacali. Nel caso di Stellantis, ad esempio, dall’incontro con le parti sociali è scaturita l’intesa per l’applicazione del decreto legge sul Green pass, che avrà validità fino al 31 dicembre 2021. «Nel rispetto della privacy, le verifiche - si legge nel testo - saranno svolte dal personale di sorveglianza attraverso l’apposita app ministeriale.

I controlli verranno effettuati prevalentemente all’ingresso e saranno effettuati a campione». Un atto formale di nomina dei soggetti incaricati dell’accertamento viene richiesto ai datori di lavoro dal decreto. «I controlli non potranno avere, nel modo più assoluto, un carattere discriminatorio. Ma è bene sapere che, chi verrà trovato senza Green Pass all’interno della fabbrica, è passibile da parte dell’azienda di una denuncia agli organi preposti, e cioè alla Prefettura». Gli addetti ai controlli sono tenuti ad indicare al prefetto gli illeciti eventualmente accertati. 

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Per i lavoratori senza il Green pass scatterà l’assenza ingiustificata e il blocco dello stipendio. La richiesta dei sindacati di un tampone gratuito per i non vaccinati non ha avuto esito. Una questione su cui la Confindustria Campania ha ribadito il suo punto di vista. «Siamo contrari - sottolinea il presidente Gianluigi Traettino - all’ipotesi che siano le aziende a dover pagare i tamponi a chi non vuole vaccinarsi. Sarebbe un esempio sbagliato, che andrebbe contro l’obiettivo del Governo e delle aziende, che è quello di incentivare le vaccinazioni». 

Le valutazioni sui vantaggi e sui rischi della norma variano enormemente da un’azienda all’altra. Per le micro-imprese, come bar e piccole trattorie, il pericolo di trovarsi improvvisamente con un personale ridotto al lumicino è realistico. «Gli imprenditori si sono dotati del lettore Qr code, per le verifiche all’ingresso. Alcuni temono che l’obbligo - sottolinea Melina Nappi, partner della società Iniziativa, advisor finanziario di numerose aziende del territorio - possa indurre molti lavoratori a rimanere a casa. Le imprese dovranno capire come effettuare i controlli, senza violare la privacy. Sarà difficile per un imprenditore rimandare a casa un lavoratore, soprattutto nelle piccole aziende, dove i rapporti sono spesso amichevoli. Nella nostra sede non corriamo questo rischio perché siamo tutti vaccinati. Oggi un’imprenditrice mi ha segnalato che, dopo l’entrata in vigore del decreto, un gruppo di dipendenti ha deciso di sottoporsi al vaccino». 

Il presidente della Fipe regionale Massimo Di Porzio evidenzia che, nelle imprese fino a 15 dipendenti, sarà possibile sostituire per un periodo fino a 20 giorni il lavoratore “no-vax”, sospeso dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata. «Ma il lockdown - aggiunge - ha scatenato una reazione forte. È molto sentita l’esigenza di lavorare e tanti si sono vaccinati». 

Dall’Unione industriali di Napoli sottolineano che «le imprese napoletane, in particolare quelle iscritte all’Unione, si atterranno rigorosamente alle indicazioni contenute nell’ultimo decreto. La sicurezza e la tutela dei lavoratori - spiega il vicepresidente Costanzo Jannotti Pecci - costituiscono il criterio guida, per cui saranno seguite tutte le prescrizioni finalizzate a garantirle. Condividiamo pienamente l’esigenza di una attenzione puntuale per evitare rischi di contagio determinati da lavoratori che, per loro scelta, abbiano deciso di non vaccinarsi, e il conseguente obbligo di effettuare un tampone ogni due giorni per ottenere il lasciapassare. Questa linea di condotta delle imprese sarà rafforzata in quegli ambienti di lavoro - conclude Jannotti Pecci - frequentati anche da persone esterne al ciclo aziendale». 

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