Ha 70 anni, è di origine ucraina ed è un senza fissa dimora che vive di espedienti l'uomo che ieri stava per dare fuoco alla pineta di Terzigno, in via Vecchia Campitelli nel cuore del Parco nazionale del Vesuvio. Quella stessa pineta che, nel 2017, quando il fenomeno dei roghi all'ombra del vulcano conobbe la sua stagione più terribile, fu distrutta e ridotta a un cumulo di cenere e scheletri di alberi. Questa volta le fiamme non si sono propagate, grazie al tempestivo intervento prima dei carabinieri e poi del vigili del fuoco che si trovano di stanza nel territorio vesuviano, ma comunque hanno interessato circa 400 metri quadrati di terreno. I carabinieri della stazione di Terzigno, intervenuti insieme ai colleghi forestali della stazione Parco Vesuvio, hanno arrestato il 70enne, che ora è in stato di fermo. Gli investigatori suppongono che l'uomo abbia agito da solo, mosso da futili motivi e non dal tentativo di fare loschi affari, magari su commissione. Resta il fatto che stava per arrecare un danno enorme alla flora del Vesuvio, che peraltro in questa estate è stata già aggredita diverse volte.
A segnalare la presenza del 70enne ai carabinieri sono stati alcuni volontari del Not, il Nucleo operativo territoriale, una associazione che collabora con il Comune di Terzigno ed è impegnata a controllare la zona proprio per evitare che uomini e donne senza scrupoli commettano illeciti.
Appena qualche mese fa, a febbraio, i lavori di riqualificazione nell'ambito del Masterplan Grande Progetto Vesuvio avevano riguardato proprio la pineta di Terzigno, conosciuta anche come sentiero numero 11. Al percorso, lungo circa due chilometri, fu aggiunto un intervento di rinaturalizzazione dell'area, con specie arboree autoctone vesuviane. Il progetto fa parte del piano pluriennale di interventi lanciato dall'Ente Parco Nazionale del Vesuvio dopo gli incendi del 2017. Si tratta del terzo intervento realizzato, dopo le riqualificazioni già avvenute del sentiero numero 7, detto Il vallone della Profica e del sentiero 9, noto come Il fiume di lava. La pineta di Terzigno completava così il primo lotto di interventi del Masterplan presentato oltre due anni fa. Il raid incendiario, dunque, stava per distruggere una vegetazione che appena pochi mesi prima era stata oggetto di riqualificazione. Del resto, il Grande Progetto Vesuvio, voluto dal ministero dell'Ambiente e dall'ente Parco Vesuvio, è nato proprio per ripristinare la flora distrutta nel 2017. L'arresto, dunque, ha evitato l'ennesimo attentato ai danni del Vesuvio. «Siamo riusciti a evitare un danno simile a quelli del 2017 grazie al tempestivo intervento dei carabinieri e dei volontari, che ringrazio. Ha poi funzionato il sistema di controllo messo a punto in questi anni con i vigili del fuoco, che hanno un presidio proprio a Terzigno», è il commento del presidente dell'area protetta Agostino Casillo.