Intercettazioni telefoniche e nomine sanità, così è finito sotto inchiesta il governatore della Campania De Luca

Intercettazioni telefoniche e nomine sanità, così è finito sotto inchiesta il governatore della Campania De Luca
di Leandro Del Gaudio
Sabato 21 Novembre 2015, 10:52 - Ultimo agg. 12 Novembre, 08:17
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Intercettazioni telefoniche e ambientali, attività di captazione che per mesi hanno scavato sulla zona grigia: quella della borghesia napoletana, dei consulenti legali, dei manager a prestazione, dei responsabili degli uffici tecnici. Tutti alle prese con la principale voce di spesa del bilancio regionale, vale a dire la sanità campana, da tempo target indiscusso della camorra napoletana.

Inchiesta sul clan Lo Russo e su alcune ramificazioni camorristiche del centro storico, le indagini fanno registrare una sorta di salto di livello, dalla strada al palazzo, dai marciapiedi dove si spaccia e si organizzano piccole trame di malaffare agli appalti. è in quest'ottica che la Dda di Napoli riesce a intercettare anche Guglielmo Manna, un avvocato che - è bene chiarirlo - con la camorra non ha nulla a che spartire.

La sua voce viene captata ed è in queste intercettazioni che si allude a possibili scambi di favori.

Nomine nella sanità, promozioni in cambio di un favore. L'attenzione passa al ruolo ricoperto dalla moglie di Manna, vale a dire al giudice Anna Scognamiglio, il magistrato del Tribunale civile di Napoli che ha fatto da relatrice nel procedimento di sospensione del governatore Vincenzo De Luca. Appena è emerso il nome de magistrato (che è indagata per corruzione in atti giudiziari), i pm hanno trasferito gli atti a Roma, presso la Procura competente a indagare su vicende che vedono coinvolte le toghe napoletane. Inchiesta condotta dal pool guidato dagli aggiunti Filippo Beatrice e Giuseppe Borrelli, al lavoro i pm Enrica Parascandolo e Henry John Woodcock, che hanno spedito gli atti alla Procura di Giuseppe Pignatone, senza esprimere valutazioni, né rubricare articoli di reato.

Intanto, l'inchiesta punta a verificare il materiale acquisito in più riprese, a partire dal 19 ottobre ad oggi, quando saranno aperti - in presenza di un consulente informatico della Procura di Roma - computer e telefonini di volta in volta acquisiti. Sono indagati in questa vicenda, oltre a Manna e alla moglie Scognamiglio, anche De Luca (che non è stato perquisito), Carmelo Mastursi (ex capo della segreteria politica di De Luca), l'avvocato avellinese Giuseppe Vetrano, Gianfranco Brancaccio e Giorgio Poziello. Nessuna delle persone coinvolte risponde di reati legati al crimine organizzato.