Bufera sulla Campania. Il commento del direttore Barbano | L'urgenza e il dovere della chiarezza

Bufera sulla Campania. Il commento del direttore Barbano | L'urgenza e il dovere della chiarezza
di Alessandro Barbano
Sabato 21 Novembre 2015, 10:42 - Ultimo agg. 11 Novembre, 19:11
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La notizia dell'inchiesta sul governatore e sul giudice del collegio che lo reintegrò alla guida della Regione scuote dalle fondamenta la politica campana. Se ne vede subito la gravità: la vicenda coinvolge la magistratura, l'amministrazione pubblica, il potere politico. E getta un'ombra lunghissima sulla consiliatura appena avviata. Per giunta, l'indagine esplode ancor prima che la Corte Costituzionale si pronunci sul caso De Luca, il che rende il nodo, se possibile, ancora più aggrovigliato.



Non è di circostanza ripetere anche questa volta che gli indagati hanno diritto a tutte le garanzie previste dal nostro ordinamento. Ma una cosa è comunque certa fin d'ora: che non si può rimanere a lungo con una ipotesi accusatoria di tale gravità sospesa sul capo del governatore e di un suo strettissimo collaboratore, da sempre al suo fianco, prima al Comune di Salerno e poi a Palazzo Santa Lucia. Mezze verità, dubbi o sospetti non sono ammessi, e l'opinione pubblica deve potersi fare un'idea chiara e il più possibile circostanziata dei fatti che le indagini in corso richiamano.



Se infatti l'ipotesi accusatoria ha qualche consistenza, e viene portata avanti, allora non possono bastare le parole di rassicurazione che il Presidente De Luca ha speso in passato sulle proprie vicende giudiziarie, sminuendole, relegandole a faccende di nessunissimo conto, quasi medaglie sul petto di ogni buon amministratore che non abbia paura di governare davvero. Se invece parliamo di un'iniziativa improvvida, oppure avventurosa, o comunque non fondata su elementi concreti, allora tocca alla magistratura darci subito un taglio. Subito, il prima possibile, perché un clima di così pericolosa incertezza non può durare un minuto di più.



Nessuna Regione può essere a lungo amministrata in condizioni così eccezionali, in cui si mettono in dubbio con ipotesi di reato di assoluta gravità uomini e istituzioni. Non può mai bastare un avviso di garanzia per emettere sentenze, e sarebbe anzi un’autentica barbarie se ciò accadesse.



E però non si tratta solo dell’innocenza fino a prova contraria, che si deve a un principio costituzionale. Ma poiché gli effetti politici di una simile iniziativa della magistratura sono fin da subito enormi, si tratta anche della necessità di non rimandare a tempi lontani e indeterminati l’eventuale formazione di prove, o al contrario l’archiviazione di ogni procedimento a carico del Presidente De Luca e degli altri indagati.



Lui è il primo a dover esigere dalla magistratura la massima chiarezza, così come con chiarezza occorre che parli ai cittadini che lo hanno votato, spiegando tutto quello che sa di questa vicenda, con riferimento a se stesso e anche ai suoi collaboratori, nei confronti dei quali assume un’indubbia responsabilità politica. Spiace dover constatare che fin qui la reazione del governatore è stata reticente e politicamente sbagliata.



Nessuno può lasciare che l’intrico giudiziario, anziché dipanarsi, vada attorcigliandosi sempre di più. La stessa dialettica politica non può essere costretta dentro il dibattito sulla posizione del governatore prima rispetto alla Severino, poi rispetto al giudizio della Consulta, adesso rispetto a una nuova indagine della magistratura e domani chissà.



Nessuno può aspettare che si profili uno scontro istituzionali al calor bianco. Non ne viene solo compromessa la funzionalità dell’istituzione regionale: ne viene intaccato il bene fondamentale della fiducia dei cittadini, la credibilità complessiva del sistema politico o, dall’altra parte, degli uffici giudiziari.



E davvero non è tollerabile che si rimanga a lungo nell’incertezza sulla parte da cui stare, poiché le parti in questioni non sono parti politiche, su cui è lecito dividersi e contrapporsi, ma autorità e istituzioni, sulla cui piena legittimità e legalità i cittadini campani devono poter contare senza dubbio alcuno.