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Incidente a Napoli, è morto Ferdinando De Crescenzo: era il complice di Ugo Russo

La notte del ricovero l'ospedale del mare di Ponticelli fu presidiato da 200 amici

L'ospedale del mare di Ponticelli
L'ospedale del mare di Ponticelli
di Melina Chiapparino
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 30 Maggio 2023, 11:00
4 Minuti di Lettura

Lo schianto in moto è costato la vita a Ferdinando De Crescenzo, il 20enne napoletano che lo scorso 18 maggio era finito contro un paletto a bordo strada, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Il giovane è morto ieri, dopo un ricovero di dodici giorni nel reparto di Terapia intensiva dell'Ospedale del mare a causa dei gravi traumi riportati al torace. Ferdinando che tre giorni prima dell'incidente aveva compiuto gli anni, era stato coinvolto nella rapina in cui morì Ugo Russo, il 15enne che nel 2020 minacciò con una pistola replica, ma senza il tappo rosso, un carabiniere fuori servizio che gli sparò contro.

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Il giovane Ferdinando poco prima dello schianto, ha perso il controllo della moto Aprila 900 sulla quale viaggiava e che stava guidando ad alta velocità. Molto probabilmente - almeno secondo i primi rilievi - non indossava il casco di protezione. L'impatto violento contro il paletto stradale gli ha procurato uno sfondamento del torace insieme con gravi politraumi e fratture diffuse lungo tutto il corpo. Ad accertarlo sono stati gli esami della sezione Infortunistica della polizia municipale di Napoli, comandata da Antonio Muriano, che oltre ai sopralluoghi e ai rilievi sul posto, ha coordinato le operazioni per raccogliere e valutare testimonianze e immagini della videosorveglianza raccolte in tutta la zona. Le ricostruzioni della dinamica di quanto accaduto sono ancora in corso ma tra i racconti attualmente al vaglio delle forze dell'ordine c'è stato anche chi ha descritto, in maniera puntuale e dettagliata, come il centauro stesse correndo e impennando con la moto lungo la stradina dei Quartieri Spagnoli, dove il 20enne abitava insieme con la sua famiglia. 

Le gravi condizioni in cui il centauro è arrivato al pronto soccorso dell'ospedale Vecchio Pellegrini, nel cuore della Pignasecca, hanno reso necessario un primo e urgente intervento chirurgico nel disperato tentativo di bloccare le emorragie interne e stabilizzare i suoi parametri vitali. La buona riuscita dell'intervento salva vita, grazie alle mani abili dei chirurghi, ha scongiurato inizialmente il pericolo di morte che accompagnava la sua prognosi che i medici hanno definito «trauma disastroso per il torace». Nello stesso tempo, è stato disposto il trasferimento del giovane nel reparto di Terapia intensiva dell'Ospedale del mare per assicurargli un livello di cure ad alto impatto ma la sua prognosi riservata non è mai stata sciolta. L'elevata criticità delle condizioni del giovane, infatti, ha comportato l'esecuzione di trasfusioni e diverse embolizzazioni per continuare a preservare i suoi parametri vitali. Ieri pomeriggio, nonostante il tempestivo intervento dei medici che lo hanno monitorato notte e giorno, Ferdinando non ce l'ha fatta e, come da protocollo in questi casi, la sua salma è stata trasferita nel reparto di Medicina legale del Policlinico Federico II.

L'ospedale Vecchio Pellegrini dove fu portato Ugo, venne preso d'assalto da parenti e amici del minore che distrussero arredi e attrezzature alla notizia della sua morte e, nello stesso presidio, è stato soccorso Ferdinando, subito dopo l'incidente. Anche per il 20enne, si è verificata una vera e propria mobilitazione di massa che ha riunito familiari e amici sia al Vecchio Pellegrini che, successivamente, all'Ospedale del mare. Non ci sono state vandalizzazioni ma c'è da dire che, per tre volte, la polizia è intervenuta presidiando gli ospedali a cominciare dal 18 maggio quando, dopo lo schianto in moto, il ragazzo è stato soccorso nel presidio della Pignasecca. In quell'occasione, la polizia ha attivato un piano per mettere in sicurezza la struttura e gli operatori con l'intervento di numerose volanti, così come è avvenuto ieri, poco prima delle 13.30 alla notizia della morte del ragazzo, ricoverato all'Ospedale del mare dove era stato trasferito. Un episodio simile si era verificato qualche giorno fa, per l'aggravarsi delle condizioni di Ferdinando. Circa 200 persone si erano affollate nel cortile del presidio di Ponticelli ma anche in quell'occasione, la presenza dei carabinieri ha avuto solo una funzione preventiva. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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