Incidente a Napoli, grave il complice di Ugo Russo: 200 persone presidiano l'ospedale del Mare

Ferdinando De Crescenzo caduto dallo scooter: tentò la rapina che costò la vita al 15enne

L'ospedale del Mare
L'ospedale del Mare
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 20 Maggio 2023, 22:59 - Ultimo agg. 22 Maggio, 07:20
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Si sono mossi in massa, fino ad arrivare ad occupare - in almeno duecento - il piazzale antistante l’ingresso dell’ospedale del Mare. Fermento l’altra notte a Ponticelli. Intorno alle 23,50 i carabinieri della compagnia Poggioreale sono dovuti intervenire per la segnalazione di un mega assembramento dinanzi ai varchi del reparto Rianimazione del nosocomio, scoprendo che quella folla si era radunata spontaneamente per avere notizie di un giovane ricoverato d’urgenza. Quel ragazzo si chiama Ferdinando De Crescenzo, ed è la persona che nel marzo del 2020 si trovava insieme a Ugo Russo nel momento in cui tentò di rapinare un carabiniere in borghese, rimanendo ucciso in seguito alla reazione armata.

L’arrivo dei militari del comando provinciale - un atto dovuto in termini controllo dell’ordine pubblico - si è rivelato poi inutile, dal momento che quella folla composta soprattutto da giovani e giovanissimi amici del paziente ricoverato - non ha creato inconvenienti e tanto meno causato danni alle strutture ospedaliere. Tuttavia è la rappresentazione di un fenomeno: quello che sovente scatta in alcuni ambienti della città quando si determina un dramma. Scatta una sorta di tam-tam di quartiere che, di fatto, muove e raduna la folla. Quasi che quelle centinaia di persone avessero il compito di “sorvegliare” la situazione e sovrintendere a un dramma che potrebbe anche trasformarsi in tragedia. 

Già, perché in questo caso tutto è cominciato con un incidente. un incidente stradale: giovedì sera De Crescenzo, a bordo di uno scooter, ha perso il controllo del mezzo, cadendo e andando ad impattare con violenza contro un marciapiedi. Le condizioni del ragazzo (che è residente ai Quartieri Spagnoli) sono apparse subito molto gravi; soccorso e trasportato al Vecchio Pellegrini, le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate, rendendo indispensabile il trasferimento ad altra struttura sanitaria più attrezzata, appunto l’ospedale del Mare. 

La notizia del drammatico schianto si è sparsa in un battibaleno tra i vicoli dei Quartieri, mobilitando masse di parenti e amici di De Crescenzo.

E il clamore del trasferimento alla Rianimazione dell’ospedale nella zona orientale ha amplificata quella sorta di chiamata alla solidarietà: bisognava garantire un presidio fuori l’ospedale, quasi a mettersi a sorvegliare l’evoluzione del dramma che il ventenne sta attraversando. Quasi che quella lotta contro la morte andasse supportata con gesto d’affetto spontaneo e concreto, di presenza. Un raduno che, tuttavia, finisce per diventare quasi anche un atto di pressione sui medici e sugli infermieri in quel momento impegnati nel loro lavoro.

 

Tornando alla tragedia della morte di Ugo Russo, Ferdinando De Crescenzo era in compagnia del 15enne quando tentarono di rapinare, con una pistola-replica priva del tappo rosso il Rolex del carabiniere fermo in auto a Santa Lucia insieme alla fidanzata. Dalla perizia balistica emerse che Russo fu raggiunto da un colpo di pistola alla testa mentre scappava.

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Sull’episodio interviene il parlamentare Francesco Emilio Borrelli, che fornisce una versione decisamente diversa e più drammatica di quanto sarebbe successo dopo l’incidente occorso a De Crescenzo: «Anche quando Ugo Russo fu trasportato in condizioni critiche al Pellegrini il nosocomio fu assaltato da amici e parenti. Nulla è cambiato in quell’ambiente fortemente influenzato da una presenza criminale ben radicata, che ha manifestato tutta la sua violenza ancora una volta, minacciando e schiaffeggiando prima gli operatori del 118 intervenuti per soccorrere Ferdinando De Crescenzo e poi i medici che lo hanno preso in carico al Pellegrini. Solo l’intervento massiccio delle forze dell’ordine ha evitato il peggio. Nemmeno il trasferimento all’ospedale del Mare è servito ad allentare la pressione. Anche lì un nutrito gruppo di persone ha continuato a minacciare gli operatori sanitari. Una situazione inaccettabile. Per questa ragione ho chiesto al questore di rafforzare la presenza degli agenti a difesa dell’Ospedale». 

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