Incidente mortale, assolto:
adesso rischia chi lo falciò

Incidente mortale, assolto: adesso rischia chi lo falciò
di Dario Sautto
Domenica 3 Febbraio 2019, 14:30
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La sua Fiat Grande Punto si ribaltò sulla statale 162, ma poco dopo sul gruppo di amici piombò una Volkswagen Golf che li falciò, uccidendo il 19enne Gaetano La Marca. Dopo quasi quattro anni e dopo aver perso una gamba in quella doppia tragica carambola, è stato assolto Arcangelo A., oggi 25 anni, di San Gennaro Vesuviano come il suo amico che perse la vita all'alba del 2 agosto 2015.

Erano quasi le 5 di quella domenica, quando la Punto guidata dal 25enne si ribaltò sulla statale, nei pressi dello svincolo di Cercola. A bordo c'erano lui, Gaetano e un altro amico. I tre ragazzi rimasero feriti, mentre la vettura rimase al centro della carreggiata con le quattro frecce lampeggianti. In un attimo si consumò la tragedia. I tre furono falciati da una Golf guidata da Giampiero F., oggi 28enne, napoletano, che ora rischia di finire a processo. Venerdì il giudice monocratico del tribunale di Nola ha assolto per non aver commesso il fatto Arcangelo A., il giovane che era alla guida della Punto. Il 25enne, assistito dall'avvocato Alessandro Pignataro, era accusato di omicidio colposo con concorso di cause indipendenti. In pratica, per l'accusa la Golf si era trovata davanti ad un ostacolo «imprevisto ed imprevedibile». Dunque, secondo la Procura di Nola, con il primo incidente stradale era stata indirettamente causata la morte di Gaetano.
 
Il processo di primo grado, che vedeva imputato solo l'amico di Gaetano, ha dimostrato come invece la seconda auto fosse piombata su di loro a circa 130 chilometri orari e che pochi secondi prima dell'impatto viaggiava addirittura a 150 all'ora, in un tratto dove il limite è di 60 appena. Tutto questo è emerso grazie all'acquisizione della scatola nera installata a bordo della Golf e ad una perizia chiesta dal giudice stesso. I due incidenti sono, dunque, «indipendenti» l'uno dall'altro e la seconda auto «occupava irregolarmente la corsia di sorpasso senza neppure utilizzare gli abbaglianti» cita la perizia. La Golf, inoltre, «non ha frenato». Nel corso del dibattimento, altri testimoni della tragedia e lo stesso Giampiero F. hanno raccontato come altre auto avessero dribblato la Punto ribaltata al centro della carreggiata e i tre giovani feriti. In sentenza, il giudice ha disposto la trasmissione degli atti in Procura, chiedendo di rivalutare la posizione dell'automobilista alla guida della Golf, che avrebbe potuto evitare l'impatto con la Punto incidentata e, soprattutto, con i tre giovani già feriti.

Per Arcangelo A., invece, è la fine di un incubo. Una tragedia che l'ha colpito tre volte: oltre ad aver assistito al decesso di Gaetano e ad aver subito a sua volta conseguenze fisiche che l'hanno costretto ad affrontare la sua attuale disabilità, il 25enne ha dovuto convivere con il rimorso di aver, in qualche modo, causato la morte di uno dei suoi amici più cari. Ora una sentenza dice che la morte di Gaetano non fu colpa sua.
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