Mari a rischio anche a Napoli, l'allarme di Legambiente

L’intervista a Legambiente Campania al termine del mese degli oceani [video al termine dell'articolo]

Mari a rischio anche a Napoli, l'allarme di Legambiente
di Aurora Alliegro
Giovedì 29 Giugno 2023, 21:35 - Ultimo agg. 30 Giugno, 06:20
3 Minuti di Lettura

Succede spesso che gli esseri umani, posti dinanzi a questioni etiche complesse, difficilmente comprensibili o al di fuori del proprio controllo, elaborino conclusioni destinate all’adombramento del problema più che alla sua risoluzione.

Basti pensare al caso della fauna selvatica, in netta minoranza rispetto a quella allevata (perlopiù intensivamente), eppure decisamente prevalente nell’immaginario comune, in cui, complice una parte della letteratura dell’infanzia e del cinema di animazione, domina la rappresentazione dell’animale libero, girovago nella natura e in perfetta armonia con l’uomo e l’ambiente che lo circonda. Un volontario oscuramento, questo, volto a obliterare i danni degli allevamenti intensivi.  

Si tratta di dissonanze cognitive e comportamentali piuttosto frequenti.

Conoscenze, pensieri e azioni, piuttosto che allinearsi in maniera coerente, tendono a celarsi gli uni agli altri, alla ricerca di una linea comportamentale che permetta al soggetto di evitare il disagio che comporterebbe la percezione della dissonanza.

Ne derivano rappresentazioni fantasiose e fuorvianti finalizzate probabilmente a oscurare questioni che si desidera non affrontare. Versioni alternative della realtà che vengono proposte anche nel caso delle problematiche ambientali più allarmanti ed emergenziali, dando vita a disinteresse, negligenza e finanche negazionismo. 

Nel mese degli oceani, vale la pena applicare questo schema a questi ultimi, dimostrando come anch’essi siano  vittima di una rappresentazione idealizzante che cela il dramma di una vera e propria catastrofe ambientale in atto.

Immaginati spesso come scrigni incantati di mostri marini, sirene partenopee e impavidi viaggiatori, gli oceani assomigliano in realtà a grandi discariche a cielo aperto, in cui si distinguono nitidamente isole di plastica e rifiuti.

Vittime di fenomeni devastanti quali pesca eccessiva e non regolamentata, trivellazioni nelle alte latitudini, acidificazione delle acque e riscaldamento globale, gli oceani vivono un dramma crescente che mette a rischio interi ecosistemi marini e habitat costieri. Nel 2035 si assisterà alla scomparsa della metà delle barriere coralline, destinate a venire meno interamente nei venti anni successivi. L’innalzamento del livello del mare, invece, avrà effetti distruttivi sugli insediamenti umani sulle isole e le coste. Queste temperature in continuo aumento, inoltre, fanno sì che le specie marine scompaiano due volte più rapidamente di quelle terrestri.

Abbiamo discusso del tema con Valerio Calabrese, Responsabile di Agricoltura e Alimentazione della sezione campana di Legambiente, associazione ambientalista impegnata in primo piano sul territorio per la tutela degli ecosistemi marini tramite campagne di sensibilizzazione, divulgazione e coinvolgimento diretto dei cittadini. Attivo in Legambiente dal 2007, Valerio Calabrese è anche Direttore esecutivo del Museo Vivo del Mare e dell’EcoMuseo della Dieta Mediterranea di Pioppi

© RIPRODUZIONE RISERVATA