Movida a Napoli, l'ok dei giudici: «Sì alla stretta anticaos»

Movida a Napoli, l'ok dei giudici: «Sì alla stretta anticaos»
di Melina Chiapparino
Venerdì 25 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 18:02
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Nessun passo indietro per il pugno duro del sindaco di Napoli che con l'ordinanza dello scorso 17 febbraio ha imposto la stretta sulla movida cittadina. A stabilirlo, almeno per ora, è stato il Tar della Campania che ieri ha respinto il ricorso degli imprenditori napoletani contrari alla nuova regolamentazione imposta da Gaetano Manfredi con la chiusura dei locali all'una di notte, salvo il prolungamento fino alle 2 nei fine settimana. Le restrizioni decise per le cinque aree cittadine con «peculiari criticità legate a fenomeni di aggregazione, incidenti sulla vivibilità e sulla quiete pubblica» avevano scatenato le proteste e il malcontento dei lavoratori della notte ricorsi al Tribunale amministrativo che ieri, ha deluso chi sperava in una boccata di ossigeno rispetto ai nuovi divieti. 

Per gli imprenditori della movida di Chiaia, di Bagnoli, del Vomero, del centro storico e di alcune aree nella zona della Ferrovia, in piazza Garibaldi, la decisione della Quinta sezione del Tribunale amministrativo campano è stata una sconfitta ma, di certo, non ha fatto deporre l'ascia di guerra ai professionisti.

Il Tar Campania, respingendo il ricorso presentato dai commercianti, non ha accolto la richiesta di sospensiva del provvedimento del Comune di Napoli, rimandando la questione all'udienza collegiale fissata per il 22 marzo. La decisione, come si legge nelle carte della Quinta sezione del tribunale amministrativo, rileva la natura cautelare del provvedimento che consegna al collegio la disanima di merito sulla questione, chiedendo all'amministrazione comunale di «depositare in tempo utile per l'esame collegiale tutti gli atti richiamati nel provvedimento impugnato». Nei documenti si legge che «non sono apprezzabili, nella presente sede cautelare monocratica, le ragioni di estrema gravità e urgenza per la concessione dell'invocata tutela». Praticamente, il Tar privilegia la «tutela» dell'interesse pubblico alla base dell'ordinanza sindacale rispetto ai «pregiudizi di carattere patrimoniale» rivendicati dai commercianti. Insomma, l'ordinanza di Manfredi, per ora, non si tocca. 

Per gli imprenditori della notte i giochi sono aperti e la decisione del Tar non cambia nulla, rispetto alla volontà di far ritirare l'ordinanza sindacale. C'è stato chi è rimasto deluso e chi sta organizzando proteste ma per la maggior parte dei commercianti, la «scelta di una seduta collegiale, prevista in una data a breve termine e con la volontà di attingere a tutta la documentazione del Comune» è un passo dovuto e mostra una chiara volontà di «definire la questione nel suo merito» come ha chiarito Fabrizio Caliendo, tra i fondatori dell'associazione Assonotte che riunisce le eccellenze dei locali nel centro storico. «Abbiamo fatto ricorso perché riteniamo che questa ordinanza sia incostituzionale» ha spiegato Guido Guida del comparto Assonotte Vomero che assicura di «andare avanti con l'obiettivo di invitare l'amministrazione comunale a rivedere l'ordinanza che è un abuso di potere». 

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Nel frattempo, sono aumentati anche i controlli sul territorio e per i locali del centro storico, è arrivata la disposizione di rimuovere le luci, allestite all'esterno delle attività e lungo gli assi dei Decumani. «Le luci non sono autorizzate ma si trovano da anni all'esterno dei locali perché non è mai stato fatto un intervento per illuminare adeguatamente il territorio e gli allestimenti hanno contribuito a rendere più sicure le piazze e le strade, nello stesso modo in cui sempre noi pensiamo alla pulizia e alla legalità ponendo i catenacci al largo Maggiore Pignatelli per evitare il parcheggio abusivo» tuona Caliendo. «Questo fine settimana i locali sono stati chiusi ma alle tre di notte c'erano i venditori abusivi che vendevano i cicchetti per le strade del centro storico» ha concluso Caliendo. 

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