Movida a Napoli, troppi minorenni armati e i presidi lanciano l'allarme: «I genitori armano i figli»

Movida a Napoli, troppi minorenni armati e i presidi lanciano l'allarme: «I genitori armano i figli»
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 3 Giugno 2022, 11:00
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Troppe armi impugnate dai minori, anche nelle aule di scuola. Al punto da indurre i presidi a invocare l'installazione di metal detector ai cancelli d'ingresso degli istituti scolastici, e di lanciare - contestualmente - anche un allarme che inquieta e deve far riflettere: in non pochi casi a invogliare i propri figli ad uscire di casa con una lama in tasca sono gli stessi genitori.

Sono i particolari inediti che emergono dalle pieghe dell'ultima riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto in prefettura due giorni fa.

Materiale da trattare con estrema cautela, quello esposto ai rappresentanti delle forze dell'ordine, ai vertici della magistratura e al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che era accompagnato dall'assessore alla legalità Antonio De Iesu (già Vicecapo della Polizia di Stato) e dal comandante della Municipale, Ciro Esposito

E dunque, a cominciare proprio dagli interventi del prefetto Claudio Palomba e del questore Alessandro Giuliano, sono emersi spunti di riflessione scaturiti dall'ascolto dei dirigenti scolastici, mai come in questo momento mobilitati insieme all'Ufficio scolastico regionale per fronteggiare l'emergenza legata alla devianza giovanile e alla diffusione di armi maneggiate spesso e volentieri anche dai minori.

Gli stessi minori che - come ha dimostrato un'altra recentissima statistica stilata dal comando provinciale dell'Arma dei carabinieri di Napoli - finiscono al centro dell'azione di contrasto delle forze dell'ordine sul territorio dell'area metropolitana: un minore viene denunciato o arrestato ogni 36 ore.

Una interminabile galleria degli orrori. Pugnali, katane, mazze da baseball.

Bombe farcite di chiodi, kalashnikov, balestre, pistole artigianali, pipe bombs, fucili da cecchino, E ancora tirapugni di acciaio, coltelli da cucina, asce medievali, mitragliatori, bombe a mano e addirittura razzi, di quelli utilizzati nella guerra dei Balcani. 

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Se da un lato quella dei coltelli impugnati dai ragazzi resta un'emergenza che si ripropone ciclicamente, è altrettanto incontestabile un dato: in questo periodo si sta registrando una allucinante sequenza di episodi che mettono in evidenza l'escalation microcriminale minorile. Fenomeno che investe con un'impressionante onda d'urto la città di Napoli e l'intera provincia. E proprio dalle scuole, che rappresentano le prime cartine di tornasole di questo crescente disagio giovanile, si leva la voce di docenti e presidi. Con una inedita quanto impressionante indicazione: paradossalmente, a fronte della pericolosità sociale derivante da chi se ne va liberamente in giro armato, sarebbero i genitori delle potenziali vittime di violenza a sollecitare i propri ragazzi ad uscire, a loro volta, di casa con un'arma bianca.

L'altra faccia della medaglia è rappresentata dalla necessità di fronteggiare questo momento assumendo contromisure adeguate. A cominciare dai metal detector, esperimento peraltro già adottato (e che ha dato buoni risultati) agli accessi del metrò collinare per arginare l'emergenza dei coltelli durante le serate della movida cittadina. 

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