Napoli, dal 118 via altri quattro medici: «Sprovvista un'ambulanza su due»

Napoli, dal 118 via altri quattro medici: «Sprovvista un'ambulanza su due»
di Melina Chiapparino
Mercoledì 27 Ottobre 2021, 12:00 - Ultimo agg. 18:46
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Futuro sempre più nero per il 118 a Napoli dove continua a crescere la quota di medici dimissionari. Il servizio di emergenza territoriale, già in difficoltà per la perdita di 30 camici bianchi che da marzo 2021 sono andati via tra pensionamenti e trasferimenti, ora dovrà fare a meno di altri 6 professionisti. Una carenza che rischia di compromettere l'assistenza delle ambulanze in città con la possibilità della soppressione di postazioni con a bordo il medico. Entro la fine di novembre, quattro dottori lasceranno il 118 per lavorare nell'ambito della Medicina Generale e della Continuità assistenziale, altri due lasceranno la centrale operativa del 118 che pure necessita di coordinatori medici per eseguire i triage telefonici ai pazienti. «Stiamo perdendo risorse dal grande patrimonio umano e professionale» ha avvertito Giuseppe Galano, presidente regionale del sindacato Aaroi Emac e direttore della Centrale operativa 118 di Napoli, preoccupato dal «pericolo che con la situazione del 118 venga compromessa tutta l'assistenza ospedaliera». 

La fuga dal 118 è di fatto, la scelta di una professione medica lontana dalla vita sacrificata delle equipe messe a dura prova nella fase acuta della pandemia, dalle continue aggressioni fisiche e verbali subite dai sanitari, dalle scarse tutele e ancora più scarse possibilità di far carriera dei tanti medici in convenzione che sono arrivati ad arrendersi, soprattutto, dopo la vicenda del recupero delle indennità di rischio (al momento sospesa dal decreto Sostegni).

Ma l'aspetto più grave di questa carenza di medici e anestesisti, sotto il profilo dell'assistenza è la demedicalizzazione delle ambulanze che recentemente ha interessato altre due postazioni, Chiatamone e Ferrovia che non hanno più il medico a bordo. Su 21 ambulanze, solo 10 equipe hanno il medico (inclusa quella caprese). «Per fare un turno di 24 ore, ci vogliono almeno 5 medici e considerando che ne perderemo 4 a breve, rischiamo un'altra demedicalizzazione» spiega Galano che punta il dito anche sulla «carenza di infermieri e autisti, per il momento tamponata dal provvedimento, dopo le ferie estive, di sospensione delle ferie che però non può e non deve essere altro che un rimedio temporaneo». 

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Nonostante l'impegno dei sanitari e gli sforzi della direzione del 118 per coprire i turni, diventa sempre più complicato assicurare l'assistenza. Basti pensare che, quotidianamente, vengono realizzati in media 180 interventi con le ambulanze a Napoli. «Ultimamente, stanno aumentando gli interventi per i casi di Covid e, come per le altre tipologie di assistenze, il medico è l'unico che può fare diagnosi e dare terapie, altrimenti non resta che trasferire il paziente in ospedale» aggiunge Galano che mette in guardia «sull'affollamento dei pronto soccorso». «Senza il filtro dell'ambulanza medicalizzata, in grado di intervenire sul posto e curare casi fino alla media gravità, ci sarà un enorme carico di pazienti sulle strutture ospedaliere» chiarisce il presidente Aaroi Emac che sottolinea anche l'importanza dei medici nella Centrale operativa 118, dove se ne perderanno due il prossimo mese. 

«La direzione dell'Asl Napoli 1 Centro, ha subito messo in piedi concorsi per 50 medici, 20 infermieri e altrettanti autisti da destinare all'area dell'emergenza» racconta Galano che auspica dei cambiamenti strutturali per «risolvere definitivamente le carenze organiche come la fine del precariato, convertendo tutte le professionalità in dipendenti e l'aumento di incentivi, sia economici che di risorse da destinare ai sanitari del 118 e dei pronto soccorso». Di fronte la prospettiva di «colmare i vuoti nell'area dell'emergenza urgenza attraverso l'impiego di agenzie interinali», pochi giorni fa, si è sollevato il muro sindacale che si sono opposti a questo tipo di ulteriore soluzione, proposta dall'Asl, con l'obiettivo di «internalizzare sempre di più il servizio».

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